martedì 27 novembre 2012

Frammenti futuri


(Interno. Il teatro è ormai diventato un posto fatiscente e pieno di ragnatele. Del pubblico pagante neanche l'ombra lontana. Sul palco attrezzi di scena giacciono al suolo da tempo immemore. La scenografia è pericolante e la maggior parte delle sedie in platea è stata divelta, spazzata via forse da un'onda distruttrice che a questo luogo non aveva più niente da chiedere. Qualche rumore si ode in lontananza, come di un incedere stentato, dopo qualche attimo D sale sul palco. Ha con sè un bastone per aiutarsi nel cammino, indossa una camicia blu con una giacca nera a coprire. I jeans gli arrivano perfettamente sulle scarpe da ginnastica. Il viso è malandato: frotte di peli crescono sulle guancie, segno di una noncuranza nemmeno tanto malcelata. Guarda l'orologio e impreca al cielo. Qualcosa sembra essere rimasto immutato.)

D: "Ci vediamo giorno 23 Novembre alle ore 21 sul palco del teatro. E che mi trovo? Ruderi, ragnatele, rovine e qualsiasi cosa ci sia di sbagliato a questo mondo che inizia con la lettera "r".
F: "Tipo Renzi?" (F fa il suo debutto sul palco, quello che un tempo gli aveva dato grandi successi. Ora manca il pubblico ad applaudirlo al suo arrivo. Solo spifferi salutano il suo ingresso)
D: "Non parlare male del nostro Presidente del Consiglio. Sai bene quanto ci tiene che il popolo sia dalla sua parte."
F: "Certo. E so bene pure quanti bambini brufolosi ha fatto rinchiudere negli istituti perchè gli ricordano l'annoso problema dell'acne che non è mai riuscito a debellare su se stesso!"
D: "Ti stai lamentando? Era meglio chi c'era prima?"
F: "Oh, il governo Minetti è stato fuoriero di pace e prosperità!"
D: "Soprattutto prosperità! Ti ricordi la sanatoria per la mastoplastica additiva?"
F: "E chi se la scorda! Interventi al seno a meno di un caffè al giorno per un anno. Un mare di quinte ballonzolava all'orizzonte. E per chi non voleva aggiungere, veniva effettuato una sorta di modellamento contro il tempo. Ci sono uomini che non hanno ancora smesso di sorridere da cinque anni a questa parte!".
D: "E ti ricordi quando prese il ministero degli Esteri ad interim?"
F: "Certo. Michelle Obama se lo ricorda ancora oggi."
D: "Suo marito non è più Presidente, non c'è scandalo."
F: "Giusto. Ma sono convinto che Barack si sia fatto fregare!"
D: "Intanto ora l'America ci passa un assegno mensile mica male."
F: "Non pensavo che le nazioni si potessero sposare e divorziare. Che genio quella donna!"
D: "Dicono che sia in lizza per diventare Presidente della Repubblica."
F: "Vincerà di sicuro."
D: "Ma è troppo giovane per esserlo!"
F: "Faranno una legge ad hoc giustappunto per lei. D'altronde è merito suo se abbiamo superato la crisi. Se lo merita."
D: "Comunque prima parlavo del governo precedente!"
F: "Ah, i due anni più bui che abbiamo mai avuto."
D: "Peggio di Silvio, pace all'anima sua. Che da quando è scappato e perito in Tunisia abbiamo capito che lui era solo una sorta di fantoccio nelle sue mani."
F: "L'avevo sempre detto che quel Bersani non mi convinceva. Troppo calmo, troppo gentile. Di sicuro nascondeva qualcosa!"
D: "E ha fatto nascondere a noi gli oggetti tecnologici che non capiva!"
F: "Ovvero tutti! Siamo ritornati agli abbecedari e agli abachi. Che brutto periodo!"
D: "L'aveva detto lui: "Ma siete pazzi? Mi avete votato veramente! Io non son pratico nel comandare". E la frittata è stata fatta."
F: "Un grande eroe ha sempre bisogno di un grande avversario. Scomparso Silvio c'era solo lui. Il suo corrispondente era Alfano, Lerch pelato con gli occhi a palla. Bastava evitare il suo sguardo e non sapeva più che fare per contrastarti."
D: "Comunque ha chiuso pure lui con un effetto sorpresa mica male, bisogna dirlo!"
F: "Ovvio. Appena ha capito che il Paese stava andando nel baratro ci si è gettato prima lui: è andato in Tunisia per riportare Silvio a casa. Ma chissà se ce l'ha fatta."
D: "Le ultime voci dicono che sia diventato la quattordicesima moglie di un emiro. Altri che sia caduto in un crepaccio da tre mesi e non ha ancora toccato il fondo. Altri ancora che si sia iscritto al Pdl tunisino. Di sicuro è andato a finire male."
F: "Che ci vuoi fare? E' la politica. Ti rovina dentro. E tu? Ti vedo bene! Non si nota affatto che sono passati una decina d'anni."
D: "Mi vedi bene? Cammino strano, porto un bastone e sono barboso, e mi vedi bene?"
F: "Non si dice sempre così? E poi mi sembri vestito da Dr.House piuttosto che un vero malato!"
D: "..."
F: "..."
D: "Mi vedi vestito da Dr.House?"
F: "Cioè, scusa...non volevo. Sai...forse è la lontanan..."
D: "Ma grazie! C'ho messo un mese per prepararmi al meglio. So che ormai il personaggio è un po' vecchiotto però speravo che qualcuno mi riconoscesse! Sai, ho una festa in costume tra mezz'oretta!"
F: "Brutto pezzo di escremento putriscente! Mi hai fatto quasi vergognare di me stesso!"
D: "E' quel "quasi" che rovina tutto!"
F: "Sei sempre il solito. Non cambi mai. E mi preoccupo per la tua ragazza. A proposito...è sempre la stessa?"
D: "Certo. Sto ancora con Belèn. Santa ragazza. Da quando ha perso fama è caduta in miseria. E si è trovata me sulla strada! Hai capito? Di male in peggio!"
F: "Oh, vuoi finire di parlare male della mia donna? Non è andata a finire male, è solo che ormai non poteva più ambire a qualcosa di meglio."
D: "Comunque con la mia pulzella va' tutto a gonfie vele. Mi sta aspettando alla festa. Ha deciso di vestirsi da Mostro di Frankestein. Si sta esercitando con i trampoli da settimane. Se cade possiamo pure fare la scenetta del "sono un dottore, lasciatemi passare".
F: "Da spanciarsi, direi!"
D: "Senti...ma perchè hai voluto rincontrarmi? Perchè proprio qui, poi?"
F: "Sono passati quindici anni dall'apertura del blog. Te lo ricordi?"
D: "Eh, sì. Ventitre Novembre. Il compleanno del mio amico Vincenzo."
F: "Solo che a differenza del blog lui è ancora attivo."
D: "Non è proprio il tipo che puoi definire con quel termine, alla fin fine."
F: "Ma sempre meglio della fine che ha fatto il Bloggo nei suoi ultimi anni di vita."
D: "Guarda che non è con me che devi parlare. Sei tu che l'hai abbandonato. E poi era questione di mesi. Bersani stava già ideando la sua legge contro la tecnologia. Pensa che siamo ritornati alle macchine senza frecce ed aria condizionata, per un po'. Poi qualcuno s'è deciso a spiegargli come funzionavano."
F: "Certo che però meritava una fine migliore."
D: "Un funerale con tutti i personaggi apparsi nella serie?"
F: "Stiamo parlando di un blog, non di un espediente narrativo usato da qualsivoglia sceneggiatore per aumentare gli ascolti!"
D: "E che vuoi fare ora? E' finita e lo sai anche tu. Non eravamo pronti per un blog. Non lo siamo mai stati. Ti rendi conto come ti insultavo ai tempi perchè non scrivevi?"
F: "Certo."
D: "E invece ora non ti insulto più. Vedi che quel blog creava solo problemi?"
F: "Forse hai ragione tu. Ma sai...c'è un motivo in più sul perchè ti ho chiamato."
D: "Del tipo: "io sono tuo padre". Perchè ti assicuro che non ci credo!"
F: "Io sono tuo figlio!"
D: "Sei nato prima tu."
F: "Giusto! Tuo fratello."
D: "Tre mesi di differenza."
F: "Tuo cognato."
D: "Non sto con la sorella di Belèn."
F: "Tuo zio alla lontata."
D: "Zio!"
F: "Nipote!"
(I due si abbracciano sorridendo)
D: "Dovremmo farle più spesso queste rimpatriate. Magari in luoghi migliori."
F: "Se avremo ancora il tempo."
D: "Il tempo per cosa?"
F: "Per divertirci. Da oggi abbiamo una missione."
D: "Cioè?"
F: "Far ritornare questo teatro allo splendore in cui era prima!"
D: "Da quando sei diventato un Muppet?"
F: "Cosa?"
D: "Da che mondo è mondo sono sempre stati i Muppet ad avere un teatro fatiscente o da abbattere e l'ultima recita che devono fare riesce sempre magicamente a salvarlo. Io non ho nessuno che mi manovra!"
(Suona il cellulare, D risponde premendo l'auricolare che ha nell'orecchio)
D: "Pronto. Sì. Sì, amore. Certo, amore. Come vuoi tu, amore. No. Non ti sto dando ragione a prescindere. Io sono sempre d'accordo con te, amore. Giusto, amore. Perfetto, amore. A dopo, amore. (attacca) Che stavo dicendo? Giusto! Non mi faccio manovrare da nessuno!"
F: "Si nota..."
D: "Cosa vuoi fare? Qual'è il nesso tra il blog e questo teatro, che motivo recondito hai nel risollevare qualcosa che non t'è mai fregato in tutti questi anni. C'è qualcosa sotto?"
F: "Amico mio. Siediti. Ti racconterò tutto ciò che hai da sapere sul nostro incontro. Ma dovrai aspettare..."
D: "Questi ridicoli tentativi per aumentare la suspence non serviranno! Non c'è più nessuno in platea! Nessuno!"
F: "Qualcuno c'è sempre, fidati. Ne riparliamo domani."
D: "Ed io che faccio fino a domani?"
F: "Hai la festa, no?"
D: "Giusto. Devo pure passare a prendere i trampoli a motore, sennò la mia piccola si arrabbia! Esco dal personaggio e cammino in modo normale, va'."
F: "Allora: a domani?"
D: "A domani. Così non mi rompi spero per altri dieci anni."

(I due scendono dal palco dalla scaletta al centro della scena. Risalgono verso l'entrata del teatro e si dirigono all'esterno. La luce, fioca, che resisteva sulle pareti, viene spenta in un semplice "click")

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