domenica 2 settembre 2012

Epilogo


(Ultima parte di questo racconto a tema ferroviario che ho iniziato qualche settimana fa e che ora vedrà la sua conclusione. Se l'avete letto tutto a puntate non posso che ringraziarvi per la costanza. Se invece aspettavate la conclusione per leggerlo tutto d'un fiato, non posso che scusarmi per l'attesa. Se invece non ve ne frega altamente, non posso che ringraziarvi per la sincerità. Questa ultima parte è stata battuta con estrema difficoltà dal sottoscritto data la perdita della cara "N" dalla tastiera e il quasi addio di molti altri pulsanti. Dopo questo racconto avrò bisogno di una tastiera per portatile nuova, ve lo dico per invogliarvi alla lettura almeno vi prendo per disperazione. Per il resto: da domani si ritorna postare boiate. Non me ne vogliate a male)

Alla fine è stata solo una giornata come un'altra. Forse ho conosciuto la ragazza della mia vita, quella che poi sarebbe diventata la donna, la moglie, e chissà che altro. Ma non sono mai stato un tipo da etichette. A me interessava solo che lei fosse...Lei.
Quella a cui dovevo un bacio sulla fronte casomai fossi rientrato tardi da lavoro, quella a cui avrei stretto la mano durante il concepimento dei nostri figli, quella a cui avrei donato qualche attimo di pace portando i nostri bambini al cinema mentre lei avrebbe potuto dedicare tempo a se stessa, quella a cui avrei dato conforto nei momenti tristi, coraggio negli attimi bui, amore in ogni secondo insieme.
O forse lei sarebbe diventata un'ex moglie odiosa, un muro che avrebbe distrutto i miei progetti sostituendoli con i suoi, un errore sulla mia strada.
L'unica sicurezza in questa storia è che lei sia su un treno ed io su di un altro.
Ho seguito il suo consiglio: ho evitato di ingarbugliarmi in una storia che mi avrebbe solo fatto soffrire. O almeno è questo che voglio pensare. D'altronde nelle mie precedenti storie non mi sono fatto scrupoli nell'inseguire, in tutti i sensi, qualcuna che era già impegnata, ma questa volta è diverso.
Lei ha un marito, che è un problema da poco se ci si pensa bene. Tanti matrimoni finiscono in un lampo, basti pensare a tutti quelli di Britney Spears e di Gullit. E se fosse solo per il sacramento in se per se forse ci avrei tentato prima di scappare via così.
Ma è per un'altra lei, una bambina stavolta. Sua figlia. Anzi: la loro figlia. Un "discorso" in cui io non posso intromettermi. Perchè lui, il marito di Samantha, sarà sempre il padre della loro figlia. E per lui avrà sempre una porta aperta se è una ragazza di buon cuore. E in quel poco che ho potuto constatare sono sicuro di sì.
Quindi io sarei poi "l'altro".
L'altro "papà", un titolo che non mi appartiene. L'altro "uomo della mamma" e forse il "motivo" per cui mamma e papà non stanno più insieme.
Questo nel caso migliore.
Nell'ipotesi peggiore farei un viaggio a vuoto, lei capirebbe che non può lasciare l'uomo che ha sposato e mi darebbe il benservito cercando di dimenticare i momenti vissuti insieme. Sì, meglio così. Meglio abbandonarsi adesso, dopo una bella giornata sulla stessa lunghezza d'emozioni, e poi ognuno per la sua strada. Lei ritornerà da loro, ricomincerà ad amare suo marito e continuerà una storia lunga anni ricordando con piacere questo giorno. Ed io ritornerò a Napoli, a quella riunione di compagni di classe, giusto in tempo per la cena come se nulla di questo fosse successo. E magari troverò qualche altra ragazza, su qualche altro treno, pulman o aereo per cui perdere la testa, il tempo necessario del viaggio, il tempo necessario per innamorarmi di un sorriso, un'andatura ondeggiante, delle forme da pin-up anni 50. O magari da domani sarò una persona migliore e mi innamorerò in modo normale, come fanno tutti i ragazzi della mia età. Troverò l'amore in una serata in discoteca, obbligato dai miei amici, e incontrerò una splendida ragazza nella mia stessa situazione. O magari ad un concerto, in teatro, al ristorante o la cameriera al pub sottocasa. Chissà. Di sicuro non Lei e nessun'altra come lei. Gli amori non nascono su di un treno, su una nave, su un aereo. Gli amori vivono sulla terraferma. Tutto il resto è aria, acqua, rotaia. E non è mai solida come si potrebbe credere, neanche nel migliore dei casi.
Molti uomini approcciano le proprie conquiste parlando delle stelle. Corpi celesti scesi sulla terra per donare loro amore, indicargli la retta via o magari essere solo inseriti nel viso delle donne al posto degli occhi. Non ho mai ascoltato nessun uomo declamare alla propria donna apprezzamenti su come il suo corpo sia come un immenso prato verde. Mai. Forse perchè siamo troppo impegnati a guardare in alto che ci dimentichiamo su che cosa camminiamo. Che è la terra l'unico posto in cui vivremo, ed è la terra l'unico luogo dove troveremo l'amore.

E' questo quello che mi ripeto insistentemente, mentre ritorno dai miei pensieri. Mai come questa volta ero sicuro di essere in un altro luogo, su di un treno che mi riportava a casa, ma in realtà sono a Bologna, in stazione e il suo treno non è ancora partito. Mentre corro come un pazzo verso il suo binario, la vedo: è affacciata da una carrozza, forse stava aspettando il mio arrivo. Urlo il suo nome come se fosse l'unica parola che conosco. Lei risponde.
"Samantha!", ribatto facendo voltare ogni persona presente in stazione.
"Andrea!", allunga il braccio come a volermi prendere al volo, anche se siamo molto distanti.
"Samantha!", intanto il treno inizia a muoversi lentamente.
"Andrea!", è un po' ripetitiva, in effetti.
"Samantha, ricordati di me. Non dimenticarmi. Ricordati di questo giorno, di queste ore, di questo amore che poteva nascere. Non dimenticarmi, come io non mi dimenticherò mai di te".
"Ti ricorderò sempre, ma questo non è un addio. Sai dove trovarmi.", il treno intanto prende una marcia sostenuta facendomi correre a velocità raddoppiata.
"Questo è un addio, Samantha. Ti ho amata, per un attimo, ma ti ho amata. Non dimenticarmi", urlo fermandomi senza più fiato in corpo. Lei risponde ma il vento si porta via le parole, confermando la mia tesi: solo sulla terra ferma si vivono gli amori. L'aria, l'acqua, il vento, le rotaie sono tutti passeggeri. La terra è l'unica cosa che sempre rimane. L'amore è l'unica cosa che vogliamo trovare.

(13 - Fine)

2 commenti:

Antonello ha detto...

La qualità del tuo racconto dipende dall'obiettivo che ti eri prefissato prima di scriverlo.
Personalmente mi è piaciuto leggerlo , soprattutto perchè rivedo me nel personaggio , ma , praticamente è un racconto adolescenziale(non so quanti anni hai) la cui trama va nella direzione che tutti si aspettano.
Se aspettavi una recensione da Roberto Recchioni(il suo blog è sicuramente fonte di ispirazione per te, ci scommetto)sai bene che te la puoi sognare.
Comunque complimenti per l'impegno , il ragazzo è bravo ma potrebbe dare di più.

luttazzi4ever ha detto...

Sono giovincello, ne ho 25. L'obbiettivo personale di ogni mio scritto è che lo legga qualcuno di cui non conosco nè faccia, nè età e nè gusti letterari. Se questo qualcuno alla fine della lettura si fa persino notare, con un giudizio positivo, negativo o anche solo con un insulto, sono riuscito nel mio scopo.
Di Recchioni leggo i suoi fumetti e pure il suo blog di tanto in tanto. E anche lui fa parte del gruppo di cui sopra anche se effettivamente sono cosciente che a lui piacciono pistole, belle pupe e azione. Cosa di cui io, sinceramente, non riuscirò mai a scrivere.

Ti ringrazio per le belle parole. Cerco di migliorarmi ogni giorno, forse troppo dato che distruggo tastiere. :D

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