lunedì 16 luglio 2012

Viaggio nel tempo


Sono piccolo: ho sette anni. Tra poco Baggio sbaglierà un rigore dopo che per un mese c'ha convinto di essere il giocatore più forte del mondo. E piangerà. Così come Baresi, Massaro ed io. D'altro canto sono piccolo, capisco poco di calcio, ricorderò poco di questi momenti ma non mi dimentico le feste dopo le vittorie, i gol dei due Baggio, l'entusiasmo degli italiani in questo luogo sconosciuto che non è il mio paese ma una città costiera laziale, sono in vacanza.
Qualche mese prima di quella data triste, si costituiva un'altra data che sarebbe poi stata ricordata come triste da gran parte della popolazione italiana: 18 Gennaio 1994.
Quest'anno malsano, e pieno di brutti avvenimenti(basti pensare a Senna), segna la discesa in politica di un tizio che fa l'imprenditore e che ha deciso di salvare l'Italia.
Successivamente qualcuno pensò, a malomodo, che si stesse lanciando nel settore politico solo per salvare il suo regal deretano, poi flaccido, dalla galera. Ma sono cose pregne di cattiveria e io ho solo sette anni, peraltro compiuti da una ventina di giorni, quando il 18 Gennaio 1994 il signor Berlusconi, poi Cavaliere, entra nella nostra vita di semplici cittadini.
Sono piccolo: non capisco alcunchè di politica e mio padre invita ad una conferenza per le elezioni comunali del mio paesino, poi divenuto città, Casini e Mastella. Non so chi siano. Purtroppo poi lo capirò.
Sono piccolo e il popolo vota quel tizio dall'aria tanto gentile e tanto ma tanto bravo, a sentire i commenti di mia nonna che, sinceramente, non è mai stata sta gran cima. A me non hanno chiesto niente: non potevo votare per colpa di una legge stupida che non permette ai bambini di scegliere il loro leader politico(io avrei scelto Paperino o Roger Rabbit, che si sappia). Ma durerà poco: il suo miglior amico politico, un tizio che dice che vuole dividere l'Italia, che già a quei tempi pensavo fosse una cosa abominevole, gli rinnega la fiducia e gli rovina i piani. Fino al 2001 poi rimarrà a fare proclami contro tutti e tutto perchè non sarà più premier.
Sono un po' più grande e c'è un certo Luttazzi in tv. L'avevo visto prima a Mai Dire Gol, poi in un altro programma suo, ora a "Satyricon" invita i due candidati premier del Paese per fargli alcune domande, per confrontare i programmi di governo. Sia il tizio di cui sopra, sia Rutelli(un perdente sicuro), rifiutano per troppa paura. Inizio a farmi dei pensieri decisi su questo tipo d'uomo.
Berlusconi vince. E rimane fino al 2006. Poi perde di ventiquattromila voti e per due anni accusa gli avversari di aver imbrogliato. Sono diventato più grande. E penso più di quanto facessi prima. O forse più razionalmente.
Mi fanno persino votare da qualche tempo e a malincuore nel 2008 patteggio per uno che era sindaco di Roma, perchè sento che è il male minore. Perde e se ne va in Africa. O almeno così aveva detto che avrebbe fatto. Non lo farà mai.
Lui vince, intanto, e rimane fino al 2011, cambia nome al partito nel frattempo, ama i suoi ex nemici, sono tutti una grande famiglia che ad Ottobre scorso lo rinnega leggermente.
Poi un amico viene trovato con le mani nelle casse dello Stato.
Un altro cerca di guadagnare consensi con idee ambigue. Un giorno me lo vedrò sparare frasi del tipo: "Certo che i fascisti hanno fatto tante belle cose, ma riprovevoli".
Un mare di sue amiche lo mettono in mezzo per altre cose, campionati del mondo di lap dance, immagino.
E sono nel 2012. Finalmente. Venticinque anni. Un lavoro. Una ragazza. Degli amici. Il calcetto al mercoledì. E lui, che se n'era andato, torna. Ma non per giocare a calcetto, dato che siamo già dieci.
Scende di nuovo in campo.
Di nuovo.
Ma io non ho più sette anni, non li ho davvero, io so come è fatto, cosa pensa, perchè lo fa, io so che non ci si deve fidare, che qualche mese fa gli lanciavano le monete, che ci ha distrutto il futuro, che ci ha rovinato pure l'idea del passato, che tanto non gli può mai succedere niente perchè niente lo distrugge. E Baggio quel rigore l'ha sbagliato: non si torna indietro.A Senna quella curva l'ha ucciso: non c'è possibilità di ritorno. Cobain s'è ammazzato, Sinatra s'è ritirato, lui è sceso in politica. Niente più si può cambiare.
Ma oggi sì. Qualcuno lo metta in una casa di riposo di ex lap-dancer quarantenni.

E vedrete che la finirà, un giorno o l'altro, di volerci distruggerci per pararsi le chiappe.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...