domenica 22 luglio 2012

Una lunga partita a poker


Fare outing è importante. E io oggi ne farò un altro, l'ennesimo, che forse ho già detto in passato ed è: io adoro Desperate Housewives.
A parte il fatto che Eva Longoria è di una bellezza assurda ci sono tanti altri motivi per cui io lo abbia visto dal lontano 2005. E se mi dimentico della sua visione mentale, riuscirò anche ad elencarveli.
Pur avendo l'impressione che si tratti di una soap opera con tutti i crismi e dogmi del caso(omicidi, rapimenti, tradimenti, ossessioni, segreti, bugie, litigi, morti e nascite), Desperate Housewives è una serie ironica e divertente. Oltre che adatta ad ogni tipo di pubblico, sia femminile che maschile, sia anziano che meno anziano che giovinotto(come il sottoscritto).
Sono passati sette anni da quando ho iniziato ad appassionarmi alle avventure di Susan, Lynette, Bree e Gabrielle, e all'inizio affrontavo una certa diffidenza per tutta una serie di preconcetti mentali che avevo alla tiepida età di 18 anni. Poi sono cresciuto. E come, e di questo sono sicuro, ho già detto in passato mi fa piacere pensare di essemi evoluto anche guardando questo telefilm che parla semplicemente della vita. Che può essere ottima o orrenda. Che può essere cattiva o dolce. E che può essere breve o lunga(dipende se sei una delle protagoniste principali o meno).

Centottanta puntate, centinaia di personaggi secondari e/o comprimari, quattro protagoniste(o forse cinque, di cui la quinta rimpiazzata durante la quinta stagione), un'unica via. Una strada in cui succedono così tante cose che inizi a domandarti se un tuo vicino abbia mai ucciso qualcuno, o se un altro sia gay pure essendo sposato, o se uno dei loro figli non abbia una relazione con la moglie di un altro vicino e così via. Una serie che sugli intrighi ci ha marciato per ben 7 anni ma divisi in 10(dalla quarta alla quinta stagione c'è un salto temporale di cinque anni ma poi il tempo tra una serie e l'altra si è non so come accorciato) e che pur essendosi conclusa nel "futuro" è rimasta attuale. Perchè parlava dell'America di oggi, delle sue manìe, dei suoi segreti, dei suoi doppi fini, del suo lato oscuro ed in mezzo a tutto ciò c'era l'amicizia delle quattro protagoniste. Ed anche l'amore, sia chiaro.
Ci si affeziona così tanto alle coppie che si formano nello schermo da sperare che nulla cambi mai. Ma gli sceneggiatori non sono mai stati così gentili.

E l'ultima serie è ottima, almeno per me che ho apprezzato anche le altre.
E' celebrativa perchè ricorda e fa ritrovare, per un paio di episodi, anche la narratrice dell'intera serie.
E' dolorosa perchè fa morire un personaggio importante(i lacrimoni del sottoscritto in quelle due puntate non sono stati registrati, per mia fortuna).
E' divertente perchè stravolge le certezze costruite in sette anni ed anche le idee delle protagoniste.
E' amara perchè ricorda che nulla è eterno.
E' difficile da non vedere un episodio dopo l'altro, per l'eccessiva continuity della storia principale.
E' a lieto fine, o almeno così pare.
E poi è il solito calderone ripieno di melassa, amore, incomprensioni, malintesi e varie clichè che contraddistinguono i telefilm americani ma che non troverai mai e poi mai in una fiction italiana, continuamente ancorate ai pettorali di Gabriel Garko, alle tette della Arcuri(e alla scarsa capacità di cambiare espressione facciale), alle morti di Beppe Fiorello e ai casi di omicidio di Terence Hill(e l'idea di Monti di accorpare le carceri italiane tutte a Gubbio così si ammazzano tutti tra di loro, data l'aria omicida che pervade l'Umbria di Don Matteo).
E poi c'è stato pure Nathan Fillion nella quarta serie
E poi hanno inserito un charachter meraviglioso nella serie finale.
E poi c'è stato il padre di Chuck nelle ultime cinque puntate.
E poi c'è passata la figlia di Ted (Mosby).
E poi Andrea Bowen è cresciuta molto bene(ma la Longoria non la batte nessuno).
E poi Celia Solis è un personaggio stupendo, pur se non fa mai niente.
E poi basta sennò continuo per altri venti minuti con ricordi di una serie televisiva che consiglio a tutti e che un giorno rivedrò con la mia amata.

Perchè ci stanno film o telefilm che DEVI rivedere se vuoi sentirti bene. Questo è uno di quelli. Insieme a Friends(un giorno lo rivedrò per la quarta volta), Lost (la terza sarà totalmente in inglese e senza sottotitoli), How I Met Your Mother(come prima), House (una settimana lontano da Greg e già mi manca) e davvero pochi altri(tra cui Studio 60 con Matthew Perry, una sola stagione ma stupenda).

L'unica cosa positiva da questa eterna crisi che ci dicono in giro è che le serie durano poco, ultimamente. A parte le varie Game Of Thrones, The Walking Dead o Falling Skies, rimangono in piedi solo i polizieschi. E dato che con CSI non è mai stato amore, forse i prossimi pianti li farò con Chuck (ancora non ho visionato l'ultima), Castle (che non dovrà finire MAI), e Fringe(dove ancora non ho visto la quarta).

No. Il Dottor Bishop non se ne può andare. Che ne dite di un crossover con Doctor Who?
A proposito: debbo iniziare a vederlo. Mi dicono sia bello. E sono stufo di vedere link ed entusiasmi su Facebook o Twitter sul Dottore ed io non so neanche chi sia.

2 commenti:

Emanuele Secco ha detto...

Posso solo dire che mi trovi d'accordo su tutto :)
Finita l'ultima puntata in assoluto io e la mia donna ci siamo guardati e all'unisono ci siamo chiesti: -E adesso?-

E.

luttazzi4ever ha detto...

Per fortuna io le rivedrò tutte con la mia pulzella. Almeno potrò far finta di non averle mai viste.
Ciao!

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