venerdì 25 maggio 2012

La sfida infinita


Accade tutte le notti da ottobre credo. Tutte le notti ogni qualvolta ritorno da lavoro. Apro la porta di casa, mi siedo a tavola, mangio e scorro velocemente le notizie al pc per sentirmi un tutt'uno con il mondo. Che poi non è che il mondo vuole sentirsi così con il sottoscritto, sia chiaro.
Poi decido di andare a letto e lì, abitualmente, cerco di chiudere la serata in bellezza con la visione di un episodio di un telefilm, quasi come se la fantasia altrui servisse per migliorare la mia. Prima, nel periodo autunnale ed invernale, davo la buonanotte al mondo leggendo un libro. Mi sento in colpa se adesso non riesco più a farlo: ho il numero tre della Torre Nera che piange sullo scaffale di fianco al mio letto perchè il sottoscritto non l'ha mai aperto. Ma non voglio pensare alle mie mancanze, un giorno lo leggerò, almeno spero. E ne leggerò molti altri, di tanti autori differenti. Ma non Moccia, sia chiaro. Almeno finchè non avrò l'Alzheimer, così da dimenticarmelo un attimo dopo.

Il sonno alfin arriva mentre la mia cagnolina già dorme beata da più di tre ore. Rimpongo il computer al suo posto, sul letto del mio fratello che vivendo in Francia lascia inutilizzato e diventa preda del sottoscritto che ci poggia l'inverosimile, e mi accingo a sprofondare nelle braccia di Morfeo. O di qualche suo subalterno, l'importante è dormire, riposare, sognare, russare.
Ma non è così che la pensa il mio peggior nemico.

Lui, o lei, gira insoddisfatta per la mia stanza come se attendesse l'ora dell'arrivo del mio giusto riposo. Inizia lieve lieve a farsi sentire da lontano. Poi plana delicatamente quasi toccando il mio corpo, attende di sicuro una mia timida reazione. Insoddisfatta mi lascia stare, quasi per farmi cullare dall'idea di essere ormai al sicuro dalla sua presenza improvvisa, poi ritorna, decisa, qualche secondo dopo e gira solo in una zona delimitata: il mio orecchio.

L'odio profondo mi sale a livelli inimmaginabili e la voglia di schiacciarla tra le mie mani è alta, troppo alta. Immantinente prendo tutta la forza che ho addosso e cerco di porre fine alla sua esistenza di succhiatrice di sangue altrui, tipo Equitalia, e donarle un paradiso fatto di sangue dolce a profusione con quaranta tizi a disposizione, solo per lui/lei, mai "bucati" prima. Invece no. E' sempre più veloce del sottoscritto che se fosse una mosca lo capirei, ma non lo è.
E' una stramaledetta zanzara che non migra, non muore, non si suicida e non ha una moglie/marito a casa che l'aspetta perchè ogni stramaledetta sera lei, o lui, deve planare nelle mie orecchie costringendomi a sentire quell'altroce suono zanzaresco che mi porta ad odiare tutti i volatili compresi i piccioni, anche se sono caruccissimi e come si mangiano loro le cicche di sigaretta non lo fa nessuno.
Segue appello personale:

Zanzara dei miei stivali,
la tua presenza mi scoccia
di sicuro il mio sangue non ha eguali
ma non non ne prendi una goccia.
Passi solo per cattiveria,
mi disturbi il sonno del giusto
rispondimi, fai la seria:
lo fai solo per cattivo gusto?


Quindi di chiedo, amica mia
non aumentar 'sta litanìa,
perchè un giorno o l'altro, te lo giuro,
io ti schiaccio contro quel muro
senza pantofole o aggeggi strani
ti distruggo con le mie mani.

Vola, vola altrove.
Anche in un'altra stanza.


Non tornare più qui.
Ne va' della tua esistenza.

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