mercoledì 7 marzo 2012

Senso orario


Quando hai trascorso venticinque anni a ricercare una persona in giro per il globo all'improvviso senti che la tua esistenza ha avuto un senso, quando finalmente la ritrovi. E io c'ero quasi: lo Chef Tony era a pochi chilometri da me, vivo, con una sesta di reggiseno, e con il pizzetto.
Uscì dal palazzo presidenziale di Putin vestito da Berlusconi. Mi buttai in un anfratto dove c'era un barbone che pensava volessi abusare di lui, mentre mi spogliavo degli abiti di scena e mi rivestivo celeramente. Intanto il tizio stava cercando di vendersi per qualche spiccio. Continuò a ripetere ossessivamente "cinque euro, cinque euro, faccio tutto, faccio tutto". Gliene diedi due bastava che la finisse di rompermi. Mi guardò negli occhi, accorato, e poi si inginocchiò festante.
"Grazie, straniero, grazie". Mi disse in perfetto italiano.
"Di niente, Giletti, di niente". E me ne andai. In quel momento capii che la crisi colpisce tutti, anche chi non sa fare alcunchè.

Cercai di chiamare un taxi ma mi mancavano le qualità. In quella città l'unico modo di farsi notare ad un tassista di passaggio è roteare in senso orario le poppe, ovviamente senza reggiseno. Io non disponevo di quest'ultimo ma mi mancava pure l'ingrediente principale. Al centododicesimo tassista che si accostava e mi mandava a quel paese, credendo fossi almeno un travestito, decisi di farmi il tragitto a piedi, verso il mio obiettivo che, da quello che potevo sapere, doveva ancora essere negli studi televisivi.

Chiamai il mio contatto a Shangai col palmo della mia mano. Tecnologia futuristica. E' perfetta se vuoi chiamare qualcuno, ma ti crea qualche problema se vuoi sollazzarti da solo. Improvvisamente tutta la tua rubrica si trova chiamata nello stesso istante. Non è un bel momento. Soprattutto se risponde tua madre.
Il mio contatto a Shangai, nome in codice "Aquila rosso balsamo", mi rispose immantinente. Tramite segnali in codice cercavamo di stabilire un contatto che potesse non essere decriptato. Poi, dopo venti minuti, capimmo di essere solo in teleconferenza e di non aver acceso il video. Decidemmo di parlarci sempre in codice.
"Pizzeria Bellavista?"
"Oh, Generale, quale onore!"
"Mi fate una quattro stagioni che tengo fretta?"
"Ma certo, generà, voi siete o' migliore cliente mio."
"E mi raccomando, con le croste belle appicciate."
"Ogni suo desiderio è un ordine per me."

Chiusi la chiamata. Aquila rosso balsamo aveva capito tutto, e ora attendevo solo il messaggio di avvenuta operazione. Continuai a camminare dando un'occhiata al mio orologio da polso Casio, in vendita a soli 49.99 euro in tutti gli store abilitati. Ha cronometro, può stare fino a centoventi metri sott'acqua, casomai volete battere qualche record del mondo di immersione, ha la luce per controllare meglio l'orario durante la notte, ha conto alla rovescia, sveglia, e ti avverte pure quando c'è figa nei paraggi. Ai primi dieci arrivati uno sconto del 12 per cento su un altro orologio simile ma con i bordi colorati lievemente diversi. Se c'è gente che compra le carte di Trasformat voi potete avere due orologi quasi uguali.
Camminai per altri quindici minuti e mi ritrovai finalmente sotto il palazzo dell'emittente televiva dove Chef Tony stava presentando il suo programma. Ero emozionato. Così emozionato che iniziai a piangere in pubblico senza fregarmene dei pensieri della gente. Per fortuna nessuno mi stava guardando: dall'altro lato un gruppo di brasiliane, provenienti direttamente dal carnevale di Rio, stava chiamando dei taxi. E sappiamo bene come si fermano i tassisti in questa città.

Stavo per entrare quando sentii un lieve "bip" provenire dalla mia mano destra. Aquila rosso balsamo aveva afferrato il messaggio. Mi girai. Un ragazzo mi stava portando ciò di cui avevo bisogno.
"E' lei il generale?"
"Certo". Risposi guardandomi in giro.
"Ecco la quattro stagioni con le croste belle appicciate. Sono cinque euro".
"Avete aumentato i prezzi?"
"Sa, la crisi". Pagai e mi sedetti su un parapetto per gustarmi la mia pizza. La vendetta è un piatto che va gustato freddo. La pizza calda. Sennò poi fa schifo.


[2- Continua]

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