martedì 17 gennaio 2012

80% dicotomico




Il che significa che forse è meglio se mi lavi a mano, ma va bene lo stesso in lavatrice.
Che devi fare attenzione al programma che inserisci, ma anche se ne metti uno a caso va bene lo stesso.
L'importante è che fai attenzione ai gradi, mi raccomando, non troppo alti. Ma anche se fosse, dai, non mi restringo nemmeno più di tanto.
Il restante 20 per cento è tutt'altra roba, uno strano tessuto che chiamano predisposizione genetica. Ma, in ogni caso, si tratta della minima parte.
La restante parte è "puro dicotomico".
Di quello buono, perchè non guai a essere un dicotomico così così.
Ti capita mai di vivere a cavallo tra due città, trovare le facce della prima quando stai nella seconda e viceversa? A me sempre.
Quando sto a Milano, mi sembra di vedere persone che sono di Chieti. E quando sto a Chieti il contrario.
C'è un unico caso in cui non riesco a riconoscere la faccia che vedo. Se appartiene a una città o all'altra, a un modo di essere o a un altro. Mi prende una strana sensazione, quando vedo la mia faccia. Di essere come sfocato, indistinto, sospeso tra qualcosa che vorrei ci fosse ancora e il nuovo che arriva e non riesco a capire.
Odio prendermi sul serio, ma vorrei che gli altri lo facessero. Odio fare il cretino, ma è uno dei personaggi che mi riescono meglio.
Dicotomico.
Ma se guardi bene, in fondo all'etichetta, puoi trovare una scritta semplificativa. E' scritta a caratteri piccoli piccoli, ma riassume bene la situazione. Dice: "Non ha ancora capito bene cos'è".
Dice così. Non l'ho ancora capito, forse perchè non voglio capirlo. Perchè a indossare sempre la stessa maschera mi stancherei, molto meglio confondere le acque.
A me stesso, per primo.
Con il risultato che non lo so neanche io, cosa sono.
Sono solo un'etichetta, sul retro di una maglia da lavare, che dice 80% dicotomico. Ma dicotomico buono, eh. Che non sono mai stato per le mezze misure.

p.s. questo post è per Paola. Perchè ha ragione, un po' su tutto. E se non mi sono ancora sgualcito, è solo perchè lei è una seguace del lavaggio a mano e si sta prendendo cura di questo maglione sempre più rovinato salvandolo dall'incuria del tempo e di se stesso.

1 commento:

Paola ha detto...

Bel post, segna il tuo ritorno sul blog...un ritorno un pò sforzato, però sicuramente sentito...
almeno lo spero...
Confermo anche io la diagnosi: da lavare preferibilmente a mano, pena reazioni impreviste...
Perchè sei così, pieno di consuetudini e rassicurante e nello stesso tempo imprevisto e pazzo...
E anche se quest'ultima cosa il più delle volte mi spaventa e mi mette paura, c'è sempre una vocina che cerca di rassicurarmi e mi dice:
"Tranquilla, è come quando lavi l'acrilico! All'inizio sembra rovinato ma poi ritorna bello come prima!"
Grazie per la dedica, veramente...

Ps: Non ho capito ancora se ho "ragione un pò" o se ho "ragione un pò su tutto"... C'è una piccola differenza...:P

Baci, Paolaria.

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