martedì 29 novembre 2011

Una persona disponibile [D&D]


(Errata corrige nella precedente puntata: Eladrin in realtà si chiama Ezuri, Eladrin è una razza non un nome che, guarda caso, è Gandolfo. Non ci avete capito niente? Ecco, siete già entrati nella parte. Seconda questione: Tyrosh si scrive con la “y” e non diversamente come avete visto nella precedente puntata. Terza questione: Ho cancellato metà racconto, o forse più, e poi ho riscritto il tutto maledicendo l’intero universo.)

Riassunto puntata precedente: i cinque omini di cui abbiamo discusso non si conoscono ma il futuro ha deciso che per loro è giunta l’ora di essere una compagnia. I tipi sono:

Ezuri: elfo con una spiccata dote di amore verso le bagascie.
Dailan: tiefling con una spiccata dote di amore verso le tasche e i borselli altrui.
Grim: minotauro con una spiccata dote di amore verso il prossimo.
Tyrosh: squallido umano con una spiccata dote di amore verso l’alcool e il gioco d’azzardo.
Gandolfo: eladrin con una spiccata dote di amore verso i guai.

I cinque tipi si conoscono molto poco e alcuni, tra di loro, nemmeno si conoscono. Abbiamo rimasto i primi due intenti a difendere fattorie dai lupi, il massiccio a lavorare da un fabbro nano con una paga da fame, il prete ubriacone stava leggendo in biblioteca, l’ultimo, invece, stava sperimentando cosa significa venir considerato un pezzente dalla medio-alta borghesia. Siamo a Vèlen. L’obbiettivo è iscriversi alla Gilda dei Guerrieri e poi partire alla ricerca di Dowen, un archeologo scomparso. Ma solo tre tizi su cinque si sono iscritti e per trovare soldi, gli altri due, dovranno faticare non poco.

Dailan e Ezuri passano la notte sconfiggendo lupi in ogni dove. La classifica finale vede il secondo vincere per 7 a 5. Monete d’oro a tutto spiano per i due che sono decisamente soddisfatti. Intanto, in biblioteca, il barcollante Tyrosh cerca un lavoro e dopo aver cianciato inutilmente con uno dei lavoranti si decide a parlare con il capo della baracca che lo riceve prontamente.
“Mi dica” – gli fa.
“Vorrei lavorare per voi, conosco il primordiale e potrei esservi utile nella traduzione di testi antichi”.
“Ma è una bella notizia, abbiamo appunto un bel completo di libri in primordiale, non sono molti in questo mondo che lo conoscono. Sarebbero sessanta monete d’oro a libro”.
“Non male” – risponde Tyrosh facendo un rapido calcolo: per ogni libro ci impiegherebbe in media venti giorni, lavorandoci dalla mattina al pomeriggio. Forse non è questa grande aspirazione di vita.
“Allora? Interessato?” – gli chiede il bibliotecario.
“Le farò sapere” – e così facendo se ne va’.

Per il paese Grim dava un’occhiata in giro deciso a scoprire i misteri di quell’assurda cittadina. Qui, all’esterno della locanda, incontra Gandolfo con cui inizia a spiccicare qualche parola. I due, dopo qualche attimo, vengono raggiunti da un Tyrosh non effettivamente entusiasta.
“Oh, Gandolfo, ti sei fatto un nuovo amico!”
“Certo, ti presento Grim, è un ragazzo a modo.” – gli fa l’amico.
“Sono una persona molto disponibile” – ammicca il minotauro.
“Ne convengo. Gandolfo, ci serve urgentemente un lavoro e ho il sospetto che potremmo trovarne uno al molo, che ne dici? E poi propongo di non alloggiare nella locanda.”
“Sono d’accordo con te” – afferma Gandolfo.
“Io della notte scorsa ricordo solo un vago tonfo di vomito”.
“Certo. Mi ricordo di te. Un gran amico dei nani!” – si entusiasma Grim.
“Non me li nominare, quelli. Fossi l’ultima cosa che faccio deruberò le offerte al tempo di Morodin. Comunque credo sia meglio andare.
“Ti seguo” – accetta il mago.
E così facendo i tre, con il mulo Tarallo a carico, si addentrano verso l’attracco delle navi scorgendo nientemeno che una imponente ciurma intenta a scaricare un vasto carico. In disparte si può notare il capitano, un individuo con un imponente barbone che contemporaneamente fissa i tre(più mulo) compagni in modo minaccioso. Poi ritorna alle sue mansioni. Tyrosh, affidando il mulo a Grim così da poterlo riportare nella stalla per la notte, decide di andargli a parlare.
“Sono una persona disponibile” – afferma il minotauro, andando via.

“Buonasera Capitano”.
“Buonasera” – risponde Barbanera, con uno sguardo ancora più minaccioso.
“Vorremmo poter lavorare per lei, le serve qualche lavorante per questa notte?” – chiede.
“Tu? Con quelle vesti di seta vorresti lavorare per me?”
“Certo. I vizi sono duri a morire e ho sempre bisogno di contante.”
“Si potrebbe fare, le merci sono però già scaricate…”
“Che tipo di merci?”
“Sono affar mio” – contesta Barbanera.
“Mi sembra giusto” – afferma il prete cambiando istantaneamente tono di voce.
“Comunque se volete potete lavare tutta la nave. In una notte. Domani mattina, se la vedrò pulita, vi darò ciò che vi meritate. Andate dal mio attendente, lui vi darà ciò di cui avrete bisogno.” – dice, indicando Jacks, un umano molto muscoloso. I due, visibilmente imbarazzati, sia avvicinano al ragazzo che gli consegna un secchio lercio e uno spazzolone ancora più orrendo. Lo schizzo d’acqua raggiunge le vesti del prete che inizia seriamente a pensare di sacramentare. I due si mettono, comunque, già all’opera spogliandosi delle loro vesti buone e iniziando a pulire dalla stiva.

Nel frattempo Grim è giunto alla locanda, ha pagato lo stalliere per tenere d’occhio Tarallo, e decide di acquistare una camera per la notte. Facendosi sera, il minotauro gentile, incontra il suo datore giornaliero di lavoro e il suo operaio e si siede al loro tavolo. Qui inizia a sbevazzare in compagnia dimenticandosi dell’intera esistenza e inizia anche a mangiare un enorme pollo-porco, che i due avevano ordinato. Dopo qualche attimo, però, decide che è giunta l’ora di andare a dormire con le galline e di ritirarsi nella sua camera.
Qui, scorrendo per il corridoio fino ad arrivare alla sua stanza, nota un fantasma che passa giusto in quel momento nella strada sottostante. Il suo primo pensiero, sbagliato, è buttarsi dalla finestra e decide di infrangere il vetro poi, notando l’eccessiva distanza dal terreno, opta decisamente per le scale interne. Scende più in fretta che può e impugna l’ascia bipenne lasciando tutto il resto in camera(ovviamente un’ascia contro un fantasma è una cosa utilissima n.d.r.). Qualche secondo dopo è in strada, occhiando, e rimane tutta la notte di pattuglia, quasi come se fosse una guardia cittadina. Non rivedrà mai più quel fantasma.

La notte è lunga e i due lavoranti, nella stiva di Barbanera, si guardano anche un po’ in giro durante la pulizia. Nel mare di melma che li assale, Tyrosh scopre un simbolo strano sotto il lerciume. Subito chiama Gandolfo e insieme, i due, decidono che è giunta l’ora di farsi gli affari propri. Avranno la medesima idea anche delle celle scorte nella stiva, e dei forzieri forse colmi, forse no, che si trovavano nelle stesse. La notte passa quindi veloce, lavorando le ore scorrono liete e il tempo aumenta velocità senza che ce se ne accorga.

Intanto, Dailan e Ezuri avevano fatto comunella. I due si erano conosciuti, avevano intrapreso una sorta di gara di ammazzamento lupi, e avevano notato una straordinaria somiglianza di Ezuri con Tronco Goffredi, un illustre amatore che staziona nella città di Baldur’s Gate, patria di Dailan. Dopo argute chiacchierate i due si dividono: l’elfo si rifugia all’Occhio dell’Ogre per riposare, il tiefling passa la mattinata ronfando nella casa del contadino. (Evidentemente i due si divertivano troppo ad osservare gli altri fare idiozie n.d.r.)

Dopo la notte di lavoro Barbanera arrivò di buon’ora al molo per portare buone novelle ai due. Subito decide di offrirgli una birra all’Occhio dell’Ogre, coadiuvato dal suo attendente Jacks. Qui, il gruppo, nota anche la presenza di un minotauro insonne nel locale, fermo al bancone. Il capitano si avvicina al mezzorco locandiere, gli dona una sacca piena di denaro, e poi si siede al tavolo più integno del locale. Barbanera, Tyrosh e Gandolfo si siedono. Jacks rimane in disparte come a voler difendere il suo capo.
“Ragazzi, mi complimento con voi per il vostro lavoro. Mi servivano proprio due uomini di fiducia.”
“La ringrazio” – afferma Tyrosh.
“Quindi vi chiedo di aggiungervi alla ciurma della mia nave. Si parte tra poco, destinazione ignota.”
“E’ un’ottima proposta, Capitano, ma desidereremmo pensarci un attimo, magari dopo una forte ronfata, prima di rispondere.” – si intromette Gandolfo.
“Non avete capito, ragazzi. Io non vi sto domandando se volete essere miei marinaio, io ve lo dicendo. Voi avete visto certe cose, lo so. Pensavate di essere da soli nella stiva? Di parlare da soli?” – si fa sempre più minaccioso il capitano.
“Lungi da me!” – dichiara il prete visibilmente spaventato.
“Quindi, ragazzi miei, voi sapete molte cose e dovete assolutamente venire con me.”
“Ma, sinceramente, non siamo tanto uomini di fiducia, ci guardi bene!” – aggiunge Tyrosh.
“Ancora peggio. Non posso fidarmi a lasciarvi liberi quindi si parte, tra poco, e voi verrete con me.” – e in quello stesso istante fanno il suo ingresso nel locale due guardie cittadine che iniziano a parlare amabilmente con il locandiere. In tutto ciò, Grim, notate le facce non tanto entusiaste dei due compagni, decide di tenere l’ascia a portata di mano per eventuali battaglie. La vista delle guardie gli dà qualche speranza che tutto vada per il meglio.
Dopo aver discusso con il mezzorco, le due guardie decidono che è giunta l’ora di andare altrove. Gandolfo, dall’alto della sua intelligenza, capisce che è giunta l’ora di fare qualcosa o si troveranno costretti a partire per luoghi lontani senza più fare ritorno in città. Istantaneamente sferra un manrovescio a Tyrosh, le guardie intervengono un attimo dopo.
“Cosa succede qui?” – urla uno dei due.
“Questi ragazzi mi hanno derubato” – fa Barbanera, con l’aria da verginella impaurita.
“Impossibile” – afferma Tyrosh – “può evidentemente controllare dalle nostre divise e stracci che non abbiamo niente di valore addosso. In realtà, confesso che io sono un ladro sì, ma ho derubato queste 44 monete d’oro che posseggo al mio amico Gandolfo e lui, per ciò, mi ha mollato il ceffone.”
“Basta. Ho capito: in centrale!” – afferma l’altra guardia ammanettando i due.
“Ah, e volevo aggiungere che ho derubato, in passato, anche quel povero minotauro che è una persona così tanto disponibile. E vorrei fare ammenda anche con lui.” – Grim si sente preso in causa.
“Arresta anche lui” – afferma il primo al suo compagno – “questi non me la contano giusta”. E si dirigono tutti in centrale.

Qui, dopo un’attenta analisi della questione e confessioni varie, il capo della milizia cittadina si dimostra molto comprensivo nei loro confronti.
“Voi siete dei bugiardi! – urla – “Mi date l’aria di un’associazione a delinquere e quindi vi ordino di scomparire dalla mia città! Tu, minotauro, trovati un lavoro per la gilda o parlerò con chi di dovere per farti cacciare in due secondi. E voi due, vi do un altro giorno di tempo, se vi vedo ancora da queste parti le celle sono tutte per voi. E ora fuori!” – sbraita, mentre i tre compari raggiungono l’uscita.
“Ma, signore, io non sto cercando bracconaggio” – afferma Grim prima di andare.
“Tu. Tu sei il peggiore dei tre. Voci mi dicono che ti hanno visto di notte pattugliare le strade brandendo un’ascia. E’ altamente illegale passare per un membro della milizia”.
“Io stavo effettuando un controllo diurno per capire il significato del coprifuoco. Aspetti ma “diurno” significa “notturno” no?”
“FUORI!” – urla il capo colpendo con forza il suo tavolo in noce. I tre capiscono che è giunta l’ora di andare.

“In strada, al freddo, al gelo e senza un posto dove andare. E per di più dobbiamo uscire da questa città prima che venga sera. Dove possiamo mai scappare?” – chiede Tyrosh al suo compare.
“Ragazzi, io avrei un’idea: potremmo andare dalla signora Dowen e chiederle le cento monete d’oro necessarie alla vostra assunzione nella milizia, d’altronde la missione sarebbe recuperare suo marito, ne gioverebbe non poco. E sicuramente non si farà un problema di danaro.” – propone Grim, con un’intelligenza troppo sviluppata.
“Ha ragione!” – conferma Gandolfo.

I tre, quindi, si recano dalla signora Dowen, abbrancano il compenso, passano alla gilda per registrarsi e decidono che è giunta l’ora di riposare fino all’appuntamento delle 17 con gli altri membri della compagnia che hanno inserito il loro nome per la missione. Un fugace passaggio all’Occhio dell’Ogre per Grim si dimostra orrendo: tutte le sue cose sono scomparse e pure Tarallo non è più nella stalla. Il locandiere e lo stalliere confermano che il minotauro abbia preso le sue cose e il mulo mezz’ora prima, Grim ci pensa e inizia a fare due più due: Barbanera. Delusi, i tre, stazionano per un dolce riposo alla locanda della Salamandra Dorata, sicuramente più costosa ma anche più comoda. Qui, Ezuri e Tyrosh provvedono anche a lavarsi con acqua calda. Grim si addormenta esausto sul letto saltandogli incontro e spaccandolo lievemente.

Nel frattempo Ezuri e Dailan si svegliano, entrambi nello stesso istante ma in due differenti abitazioni. Il primo, nella locanda, scende per pranzare quando si ritrova davanti un messaggero della gilda. Il ragazzo gli conferma che la compagnia è stata creata, solo un altro componente dovrà essere avvisato e poi, alle 17, è prevista la partenza. Ezuri ringrazia e decide che è giunto il momento di fare delle compere per prepararsi al viaggio. Dailan, di par suo, nota le monete d’oro nel suo borsello e capisce che è giunto il momento di farle aumentare. Ringrazia il contadino che gli ha concesso il suo alloggio, ritorna in città e fa un lieve passaggio fugace nella parte alta della suddetta. Qui vi incontra un signore grassoccio, in una via appartata riesce a sfilargli il borsello e ha guadagnare altre quaranta monete, fatto ciò decide di darsi alla pazza gioia acquistando una torca inestinguibile, dei quadrelli per la balestra e un carretto con un mulo. Il somaro, ribattezzato “Turkodur il Magnifico della Notte degli Immortali”, non sa di aver trovato un padrone decisamente molto strano. Infatti, da quel momento in poi, Dailan cammina per la città felice perché ha trovato un nuovo amico peloso e saltella allegramente.

Alle 17 quattro membri della compagnia si ritrovano alla gilda dei guerrieri. Grim conosce Ezuri.
“Ah, tu sei il tipo disponibile” – afferma l’elfo.
“E tu sei l’amante micidiale!” – risponde il minotauro.
“Non so cosa dirti, amico mio, la miglior soluzione è pagare. Così si risolve sempre tutto” – continua, senza falsa modestia, Ezuri che fa conoscenza anche con il prete e Gandolfo. Ma un componente manca ancora per poter iniziare questo viaggio.
“Chi è il quinto?” – chiede Gandolfo al membro della gilda responsabile della spedizione.
“Si chiama…vediamo…Dailan!”
“Ma io lo conosco!” - dichiara Ezuri.
“Anche io” – asserisce Grim.
“Dove si trova?” – chiede Tyrosh, visibilmente preoccupato dal ritardo.
“L’ultima volta che l’ho visto era fuori città, dormiva da un contadino, ma non credo se ne sia andato tanto lontano e…ma è quello!” – indica un tizio con un carretto che ciarla con il suo mulo.
“Non è Tarallo…povero amico mio…” – si intristisce il prete.

“Piacere” – saluta il tiefling facendo reciproca conoscenza con i due che non aveva mai incontrato.
“Ave a te” – ricambia il prete.
“Ciao” – gli fa eco Gandolfo.
“Hai una faccia stanca, di chi ha subìto molta paura.” – afferma Dailan indicando il mago.
“Non me ne parlare, da quando ho conosciuto quel tizio va’ ancora più a rotoli di prima, la mia esistenza.” – dice, indicando Tyrosh.
“Non conosco ma potrei comprendere” – sostiene il ladro senza scomporsi.
“Comunque a me, quei tre, mi puzzano.” – sospetta Ezuri avvicinandosi al suo compare cacciatore di lupi.
“Guarda, posso solo dirti che il minotauro è strano, sembra disponibile, e sicuramente non è cattivo” – gli risponde Dailan.
“Ma io sono buono” – ribatte Grim dopo aver origliato.
“E non credo nemmeno tanto sveglio” – aggiunge Dailan gettando nello sconforto il suo amico elfo.
Comunque, la compagnia è pronta a partire e grazie alle forti pressioni del duo Tyrosh-Gandolfo, si decide di andare anche se la notte sta ormai per calare. Prima di addentrarsi nel sentiero che porta al luogo in cui Dowen è scomparso, un membro della gilda dona un manoscritto con tutte le notizie del caso che devono seguire a Ezuri, autoproclamatosi capo della compagnia. I cinque studiano gli indizi, fanno le proprie elucubrazioni sulla vicenda e passeggiano per la città. Durante il tragitto Grim viene accidentalmente urtato da un ragazzo sconosciuto. Immantinente controlla le proprie tasche e vi ritrova una lettera con un oscuro messaggio: “Vi stiamo osservando. B.”
Gandolfo e il prete premono ancor di più per una veloce partenza. Il gruppo è formato, la strada è lunga e quindi Dailan, prima di iniziare la via che porta agli scavi di Dowen, passa per un attimo al circo che costeggia la città, purtroppo lo spettacolo è iniziato e ciò che voleva fare non è fattibile almeno per il momento. La compagnia inizia la sua marcia.

Prima che faccia mattino, verso le 4, il gruppo decide di riposare. Gandolfo, dichiarato trans dal minotauro, va’ in trance per tutto il tempo in cui gli altri dormono e rimane costantemente vigile sugli altri seppur sonnecchiando. I compagni, comunque, decidono di fare turni per fargli compagnia. Alle dieci del mattino il gruppo è ancora più unito di prima e pronto per menare, finalmente, palate!

(I corsivi sono idiozie dette o dal giocatore in questione o dal Master. Dalla prossima puntata meno interpretazione e più botte. Olè!)

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