lunedì 8 febbraio 2010

Sono un ragazzo fortunato



Più vado avanti e più ci penso: io mi sento fortunato, alla fin fine.

La fortuna o la buona sorte incarnata nella figura della dea bendata è l'evento favorevole che ti aggiusta la giornata, l'attimo che ti fa pensare che c'è qualcosa di buono a questo mondo, il momento positivo di massima felicità, a volte. La fortuna è enorme, immensa, anche se non sempre la vediamo. La sua nemica amatissima, la sfiga o come la volete chiamare voi, invece è dentro ognuno di noi. La chiamiamo anche duecento volte al giorno, sempre, per ogni minima cosa che non và come vorremmo noi. E forse è un po' sbagliato.
Per esperienza personale mi sono sempre ritenuto un ragazzo un po' sfigato. Sono un nerd. Indi si parte da un livello di sfiga sul 40%. Si parte dalla scuola dove le ragazze non mi calcolano, i brufoli hanno scoperto un luogo felice dove prosperare giusto giusto sulla mia faccia, gli sport sono qualcosa di più lontano possibile dal sottoscritto e così via. No, diciamo che non sono mai stato oggetto di scherno da parte di bulli o quant'altro. Qualche idiota l'ho incontrato sulla mia strada ma, si sa, quando la natura ti alza a dismisura non trovi tanti coraggiosi pronti a mettersi contro ad un armadio. E questa, alla fin fine, può chiamarsi fortuna.
Eh si. Fin da piccolo volevo diventare un bel giovinotto aitante e ammirato. Ovviamente son riuscito solo a migliorarmi nell'altezza, per diventare anche bello avrei dovuto aspettare un miracolo. Che forse forse, a quel che mi dicono, potrebbe essere riuscito. Comunque ritorno all'argomento principale.
Dicevo che l'essere nerd, insito in me, mi porta a considerare già parte della mia vita pervasa dalla sfiga, e un po' è vero. Ma tutto è destinato a cambiare o forse la mia esistenza non è mai stata così nera. Passiamo al dopo-superiori. Entro nel cosidetto mondo adulto e mi ritrovo senza lavoro, senza voglia di buttarmi sull'università, per non far spendere soldi inutilmente ai miei, e senza prospettive per il futuro. Bella vita, direi. Ma c'è da parte un sogno nascosto, uno che avevo dall'infanzia e pam, lo metto all'opera.
Cosa si dice dei ragazzi in divisa? Che sono belli, fighi, eccezionali, e anche eccitanti. Eh si, dico a voi donne che sbavate quando passa un bel militare tutto pompato di muscoli. Io volevo, ardentemente, diventare poliziotto ma non per volontà di acchiappare pulzelle(anche se non mi sarebbe dispiaciuto) . Feci il concorso ma alla visita oculistica mi scartarono. Troppo ceco, ed avevano pure ragione, la miopia dilagava in me. Dissero che c'era un limite di gradi mancanti dichiarato anche nel bando di concorso, ma non era assolutamente vero. Sfiga, tremenda sfiga. Per un problema fisico mi ritrovavo scartato in un attimo. Tristezza pura.
Eppure la vita, esattamente una settimana dopo, mi fece conoscere certi loschi figuri che poi sarebbero diventati i miei futuri amici. Vincenzo, Michele, Tommaso, Nicola, Federico, li conobbi pian piano da lì in poi. Avrei potuto non conoscerli mai ma è andata così. E questa è una buonissima dose di fortuna. Altro che servizio militare, amicizie vere. Non è roba da poco.

Passo, senza dilungarmi troppo, alla meraviglia del servizio civile iniziato nel peggiore dei modi e terminato in maniera celestiale. Un luogo di lavoro che ho amato e che ho abbandonato con molta difficoltà. Ormai non ne potevo fare a meno. In tutto ciò c'è stata una parentesi che, nel bene o nel male, ha fatto parte della mia esistenza. Eh si. Una sera ebbi un colpo di fucile a pallini nell'occhio sinistro. Che paura, direte voi. Che spavento incredibile, dico io.
Fatto sta che sono mezzo ceco, d'altronde ve l'ho detto, e i miei occhiali(sei gradi, vetro infrangibile) parano il colpo e la lente in questione quasi si disintegra per la potenza dell'impatto. Tanti piccoli pezzettini mi fanno capire la tremenda fortuna che io ho avuto. Se non fossi stato miope ora sarei sicuramente ceco da un occhio. Se mi fosse andata buona. Comunque, nella stessa serata, conosco una ragazza che diverrà, nei mesi a venire, la mia croce che,ai tempi, apprezzai non poco. E lo dico senza alcuna vergogna. Il passato è parte di noi e pur riconoscendo i miei sbagli devo dire che, in quei tempi, non me ne accorgevo e vivevo felice o perlomeno ci provavo.
La storia in questione, tra alti e bassi, durò a malapena quattro mesi e mezzo di litigate continue e inutili questioni. Sfortuna, sfiga o incapacità di avere una relazione o, magari, il problema era semplicemente che non c'era la voglia di stare insieme. Inutile dire che non la presi piuttosto bene e, in quei momenti, mi sono sentito veramente sfortunato.

Ma il tempo cambia le persone e ogni evento negativo o nefasto, in futuro, sarà dimenticato o sarà un'ulteriore prova nel cammino che ogni persona intraprende ogni santissimo giorno. Io in quella storia ci misi tutto me stesso ma capii di aver sbagliato e successivamente, mi promisi, di non fare gli stessi errori. E così non fu. Altre storie passarono davanti e altri errori grossolani commisi. Ma, ovviamente, in amore non tutto è deciso, per fortuna(appunto!).

Ritorniamo, precisamente, al tema principale. Quella sorte, buona o cattiva che sia, che dirige la mia vita, come quella di tutti voi. Quella fortuna che mi ha abbandonato al termine del servizio civile nel ricercare una benchè minima opportunità di lavoro passata tra call center e vendita porta a porta. Obbiettivi lavorativi enormemente stancanti emotivamente e psicologicamente, per la mia persona. Non riesco a mentire, non sono portato per queste cose. Indi sicuramente a giurisprudenza non mi sarei mai iscritto, suppongo. La sfortuna nel lavoro si è lievemente attenuata perchè ora aiuto mio padre nella sua attività, qualcosa di utile almeno per lui e forse anche per me considerando che, in futuro, potrei subentrargli. Anche se, ovviamente, la mia aspirazione principale è scrivere per mestiere o magari,realizzare uno degli altri sogni che ho descritto qui.

Ma se il lavoro ha portato qualche frutto è l'amicizia che mi ha portato la fortuna migliore. Quattro anni fa con i miei cari amici decidemmo di iniziare a giocare a calcetto settimanalmente. E da lì si iniziò una tradizione che ancora oggi mantiene, con partite obbligatoriamente anche il 24 e il 31 Dicembre e quel Mercoledì che ormai è diventato sinonimo di goal, azioni e parate. E per giocare a calcetto ci vogliono dieci giocatori e se qualcuno manca come si fa? Si trova, ovviamente. Gli amici portano altri amici che, a loro volta, diventano nuovi amici. E con questi amici si hanno interessi comuni e, qualche volta, ci si esce insieme e uno di quelli, per gentilezza e cortesia, mi invita alla sua festa di diciotto anni, in piena estate, in un pub, nel caldo più torrido. Il luogo perfetto per incontrare lei, la mia musa, la sua compagna di classe, la mia ragione di vita.

Il resto è storia conosciuta. Sappiate solo che stasera, pensando tra me e me, ho capito che sono fortunato. Ho capito che la persona che ho affianco, giorno dopo giorno, è unica, speciale e fatta apposta per me. Ho capito che non conta come è successo, basta che sia successo. Non importa quanto abbiamo sofferto in passato, quel che conta è che adesso, nel cuor mio, io mi senta un uomo fortunato. Che ha abbandonato la gelosia eccessiva dei primi amori, che ha iniziato un percorso professionale irto di ostacoli ma con una grande forza d'animo, che pensa a sorridere più che ad intristirsi(anche se certe volte me lo dimentico) e va' avanti. Con una ragazza meravigliosa sottobraccio e un gruppo di amici eccezionali dietro. E mi sento enormemente fortunato.

Ps: Bella la vignetta vero? Il Maestro Staino, ancora oggi, ne fa di meravigliose!

1 commento:

Carmensì ha detto...

:D
Il mio omino fortunato*_*e mi sono contenta di essere parte della tua fortuna:P
baci baci.

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