giovedì 28 maggio 2009

La Carmenide - La partenza (Puntata Due)



Miniprefazione(il motivo è sempre lo stesso: pura cattiveria!): La lettura di questa opera porta alla cecità temporanea. Ovvero se guardate lo schermo del vostro pc sicuramente non riuscirete a guardare la strada davanti casa vostra. Indi è cecità temporanea. Diversamente, in alcuni casi, la lettura di questa opera provoca effetti benefici tipo felicità e amore per il prossimo, ma son tutte leggende. Chi ci crede!

Motivi per non leggere questa puntata: E’ una bella giornata: esci, c’è un sole che spacca le pietre. Indi se sei un galeotto americano che spacca le pietre ritieniti fortunato. Altro motivo: Stasera c’è Povia nel paese vicino al mio. Ah, no. Questo è un ottimo motivo per rimanere a casa e leggerla!


Musa, quell'uom di sottosviluppato ingegno
dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra
gettato i sacri tonni(le lische);
Che città vide molte, e le genti
la sua fame conobbero; che sul mare
molti(pesci) nello stomaco gli portaron affanni.
Mentre guardava la sua vita nelle tende
con il suo compagno Turkodur.

“Mentre guardava la vita nelle tende con il suo compagno Turkodur? E chi è mò questo?” – chiese il dorato Mang’isse.
“Zitto tu, mi serviva come analogia!” – Rispose il sommo Luttero.
“Analochè?”
“Somiglianza!”
“Somigliachè?”
“N’idiozia!!”
“Ah, ok. Comunque sta cosa mi continua a sapere di altra parrocchia. Io mi dimetto da protagonista principale, eh!”
“E se aggiungo due pezzi di salsiccia?”
“Alla brace? Ora?
“Certo che si!”
“Ok. Rimango. Ma camminerò con lamiera errante nei pantaloni. Quello scudiero mi intriga.”
“Intriga?”
“Preoccupa!!! Volevo dire preoccupa!!!”
“Si…si…come no.”

Mille più mille più mille per tre alla meno x fratto dodici per nove alla meno terza anni fa[1], il desiderabile Mang’isse aveva deciso di accettare la grande proposta propostagli propositamente dal proponibile Master. Un viaggio attorno al mondo per raggiungere Londra prima dello scadere delle ore 12 su una grande mongolfiera. Ah no, scusate, questo è un altro libro[2]. Riprendiamo.
Mang’isse, dicevamo, accettò di buon grado l’offerta del Master, anche se non sapeva cosa doveva fare, come lo doveva fare e soprattutto quando si mangiava. Partì dalla sua casa, passò dalla sua amata e si diresse al porto. Camminando notò due dolci ed esili fanciulli che giocavano, felici, alla grande novità in voga in quel periodo: La raccolta di figurine dei grandi Eroi. Ovviamente i due virgulti si stavano scambiando i doppioni con molta foga.

“Allora, io ti do un Ulisse, un Enea, un Achille e un Roberto Baggio ma tu almeno almeno mi devi dare un Padre Maronno![3]”
“Eh, è arrivato. Allora ti posso dare la foto completa, in quattro parti, di Rupert Sciamenna che interpreta il grande Sabbino. E anche, vediamo, un Dj Jurgen[4]!”
“Seeee! Stai da dieci giorni a cercare di darmi quella figurina. Ma stai fuori? Il Dj è l’eroe più sottovalutato dell’intero album. E hanno tutte le ragioni per farlo.”

Il dionisiaco Mang’isse si intromette nella conversazione, interessato.
“Ragazzi, cosa mi date per un Povia e un Bruno Vespa?”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!” - I due giovini scappano a gambe levate.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?”

La camminata verso il porto procede, gli amici del durevole Mang’isse lo salutano come se già sapessero che non tornerà molto presto. Perciò, il nostro eroe, decide di effettuare un rito di transizione molto usato fin dall’antichità per sottrarsi ai cattivi malauguri: una bella grattata di zebedei.
Dopo due denunce per atti osceni in luogo pubblico e il consecutivo rilascio dalla gendarmeria di zona, il delicato Mang’isse arriva a destinazione. La “Maittella Prima” è grande, immensa, maestosa, mirabile, eccezionale, superba, valevole, artisticamente una schifezza però. Il ragazzo nota Master che lo attende e gli fa cenno di salire. Il giovane acconsente, titubante, all’invito.

“Allora? Pronto per la grande avventura?”
“Perché c’è il disegno di un grande…come dire…tucano sulla fiancata destra?”
“Perché lo spazio sulla sinistra era terminato.”
“Ok. Mi segno che non devo più fare domande.”
“Allora, come l’ha presa la tua ragazza?”
“Bene!”
“Sicuro? Nessun problema?”
“No, nessuno. Nessunissimo. Semplicemente non sa che sono qui. Cioè, ti spiego":

Flashback – Alle 9 di quella mattina.

Il deplorevole Mang’isse sta per uscire di casa, porta una valigia con sé.
“Cara io vado a comprare le sigarette! Torno presto.”
“Ok amore.”
La porta si chiude. La gentile pulzella[5] si fionda alla porta.
“Ma tu non fumi!!!”
“Lo so amore! Le vado a comprare per te!”
“Ah ok. Grazie!”
Dopo mezz’ora la solitaria ragazza ci ripensa.
“Ma neanche io fumo! E perché aveva una valigia? Mah, mi spiegherà al ritorno.”

Fine Flashback

“Bella strategia. Ho fatto bene a fidarmi di te!”

“Mang’isse? Dove sei?”
“Capo, si è fiondato in cucina!” – rispose Turkodur[6], l’addetto alla pulizia della nave.
“Credo che i viveri non ci basteranno. Rotta verso Eifeiso[7], l’avventura è appena cominciata!"

FINE SECONDA PUNTATA


[1] Il risultato è zero? Si? Modestamente son un grande! Leggo nel pensiero! Ah…cosa? Non è zero? Oh, ci ho provato.
[2] Che libro sarà mai? Ma “Cappuccetto Rosso” no?
[3] Ministro di Jufka, possessore della Santa Vedenza.
[4] Essere mitologico, metà spocchioso metà insopportabile. Lui è bravo, il mondo intero non sa fare niente, lui saprebbe fare meglio tutto: racconti, storie, sceneggiature, epopee mitologiche, battute, disegni, ricchi premi e cotillon. E anche questa nota l’avrebbe scritta meglio! Ovviamente solo secondo lui!
[5] Il nome della ragazza del destabilizzante Mang’isse verrà annunciato nella prossima puntata!
[6] Ho inserito il nuovo personaggio senza problemi! Che bravo scrittore!
[7] Nella prossima puntata scoprirete il perché di questo nome.

Ti sono piaciute le avventure di Mang’isse? Ami quel suo modo di parlare, di essere, quel suo modo di vincere la tristezza della vita con il cibo? Quel suo modo di chiudere gli occhi come se stesse aspettando che un raggio di sole lo prenda e lo porti con se? Si? Ti piace tutto ciò? Allora sei innamorato di lui. Ti ho sgamato. Ormai non puoi più mentire. Ah, ah ah. Il lettore e Mang’isse si amano!! Cicca cicca cicca!

Prossima puntata: Lunedì 1° Giugno (nel peggiore dei casi aspettate un giorno!) e ora tutti in coro con me: “Non voglio essere pervertito come Billy Ballo, non voglio essere pervertito come Billy Ballo…”

martedì 26 maggio 2009

E voi no!



Depardieu rinnega i suoi film: "Su 200 girati, 150 sono delle merde." Sarebbe bello, un giorno, leggere una frase del genere detta da Christian De Sica.


Questa battuta ha qualcosa di speciale. E' sul sito di Daniele Luttazzi che, da qualche giorno, ha riaperto con una grande novità. Ha creato "La palestra" ovvero ha invitato i lettori, noi comuni mortali, a inviare battute satiriche. Ovviamente c'è stato un botto di pseudo-battute inviate. Il signor Daniele in persona sceglie quelle che, a lui, piacciono di più. E finalmente ce n'è anche una mia. Se non mi credete passate su www.danieleluttazzi.it e cercatemi ne "La Palestra del 26 Maggio". E' una bella emozione.

Se volete farlo anche voi leggetevi attentamente il manualetto di lato. Io intanto esulto!

lunedì 25 maggio 2009

La Carmenide - La nascita dell'eroe (Puntata Uno)



PUNTATA UNO – La nascita dell’eroe

Mini prefazione(giusto per rovinare la lettura ad una certa persona): La lettura di quest’opera è vietata ai fan dei Dari, a chi si chiama Dari, a chi pensa che Dari sia un nome troppo figo, a te che l’altro giorno ti ho sentito cantare “Wale wale”! Vergognati!

Motivi per non leggere la puntata n°1: C’è lo scandalo Bily Ballo, c’è lo scandalo Noemi, c’è lo scandalo Ferrari, c’è lo scandalo Belen-Borriello. Quelle si che sono notizie! Ah, ultima notizia: C’è lo scandalo scandali!


Cantami, o Diva, dell’insazio Mang’isse
la fame insana che infiniti addusse
conti agli Sghei, molte anzi tempo all’Oste
generose travolse carne e buoi,
e di polli e porci orrido pasto
i lor ossi abbandonò (così del Sabbino
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’i fumi Cimichele e il divo Mang’isse.


Mille e più mille e più mille anni fa il tempo era degli Eroi. Ogni città, paese e nazione ne aveva dieci, cento, mille e più pronti per l’occasione: era il tempo dei miti che, accompagnati dai degni scudieri, solcavano le terre antiche della Grecia, del Mediterraneo e di Cortina, meta prediletta solo d’inverno. E a quei tempi, nella piccola città di Stitica, c’era un Eroe che ancora non sapeva di esserlo, ancora non sapeva di volerlo essere e , a dirla tutta, non aveva neanche le qualità per esserlo. Il suo nome è Mang’isse. Segnatevelo. Fatto? Ora attaccate il post-it sulle zanne di un dinosauro. Fatto? Ok. E’ stato bello conoscervi. Oh, a sti lettori qualunque cosa gli chiedi di fare la fanno.

Mang’isse[1] è un ragazzo docile, dolce, dionisiaco, dantesco, dandy, dorato e anche dormiglione. E’ sprezzante del pericolo se si tratta di salvare una bistecca dalle zanne voraci della brace. E’, forse, più veloce di uno giaguaro se si tratta di liberare una costata dalla morsa crudele della confezione del supermercato. E’ sicuramente più veloce di una tartaruga quando si tratta di scappare via dalla trattoria prima di pagare il conto. Insomma è un ragazzo che ha capito, certamente, che per sopravvivere è importante cibarsi e lui, senza falsa modestia, cerca di farlo vita-natural-durante. Ad ogni ora, ad ogni attimo, con chiunque ci sia al suo fianco.

In quei tempi, il generoso Mang’isse, camminava spensierato per la città senza meta. Aveva appena perso un lavoro importante, quasi il migliore che avesse mai fatto: lo spaventapasseri addormentato. Purtroppo, data la sua magrezza eccessiva[2 ], gli uccelli avevano il sentore fosse un pupazzo e non ne avevano paura. Quindi, in un giorno qualsiasi di un anno qualsiasi, il divino Mang’isse decise di andare a scroccare un pranzo alla locanda “Mani Fatate” gestita da una gentile signorina molto brava in cucina ma con un piccolo particolare: le sue dita delle mani erano il triplo di un qualunque essere umano. Mang’isse, il nostro eroe, aveva una sorta di amicizia e complicità con la vivace donnona, e riusciva, con astuzia e perizia, a guadagnare qualche pasto ogni tanto. E fu lì che avvenne il fatal incontro.

Mang’isse, il vituperato, mangiava alacremente in un tavolo nell’angolo nella locanda, non accorgendosi, però, che un ragazzo alto, con i capelli un po’, come dire, si, come dire, sapete, come dire, una chiavica, lo guardava interessato incessantemente. Questo ragazzo aveva tutti i crismi tipici di un vero eroe. Scudo, capelli di chiavica alla mago, occhialini da “sottuttoioevoinonsapeteunamazza”[3], e una strana luce negli occhi quando si soffermava sullo sguardo affamato di Mang’isse che, finalmente, si accorse dello strano uomo osservante e iniziò a pensare di aver fatto colpo.
Dopo poco, il misterioso ragazzo, decide di avvicinarsi al tavolo.

“Tu, Mang’isse”
“Scusami, sono onorato ma sono di un’altra parocchia. Se vuoi ti presento un mio amico!”
“No, non hai capito, io ti sto proponendo un’occasione!”
“Nono, sei tu che non hai capito. Ti sto dicendo che non mi interessa, sono fidanzato. Con una donna!! E sottolineo donna! Non voglio sapere niente.”
“Ti offro il pranzo.”
“Sono dell’altra parocchia!”
“No, non voglio quello da te!”
“Sicuro? Perché non saresti il primo, modestamente non sono malaccio!”
“Tu, sei il divino Mang’isse no?”
“Beh, divino mi sembra troppo. Facciamo d’aceto! Mi piace di più!”
“Ah, mi avevano detto che le tue facezie potrebbero far resuscitare i morti, per poi farli suicidare.”
“Chi non mi apprezza non mi merita! Il discorso è chiuso. Oste, le 12 puntine mettile nella carta stagnola!”
“Ancora non l’hanno inventata!”
“Allora mettile nella carta e basta!”
“Ok signor d’aceto Mang’isse!”
“Visto?”

Il giovane eroe e il tenebroso ragazzo escono dal locale.

“Allora, hai capito?”
“Uhm..ricapitolando. Io dovrei aiutare te, che non conosco, per riprendere una cosa, che non ho capito, e tutto questo per cosa? Niente?”
“La gloria!”
“E che me ne faccio?”
“E un buono gratis per un anno al ristorante “L’abbuffone”!
“Quando si parte?”
“Domani, dal porto centrale. La nave è la “Maittella Prima”[4] Ti aspetto.”
“Uhm…questo “ti aspetto” mi suona da altra parrocchia. Comunque…ma come ti chiami?”
“Il mio nome ti direbbe troppo. Non posso ancora sapere se posso completamente fidarmi di te, sappi solo che sono una persona molto importante ed è un onore che tu possa partire in viaggio con me…”
“Zzzzzzzzz”
“Chiamami semplicemente Uomo!”
“Ok, signor Semplicemente Uomo!”
“No, nel senso di chiamami Uomo che non c’è problema!”
“Ok, signor Uomo che non c’è problema!”
“Oh mio Jufka[5]. Ma chi me l’ha fatto fare? Intendo, chiamami Uomo e basta così!
“Ok, signor Uomo e basta così!”
“Chiamami Master!”
“Uhm…tutto ciò mi ricorda qualcosa. Vabbè, a domani Master!”
“A domani, Eroe!”
"Tutto ciò mi sa di altra parrocchia...speriamo bene!"

Fine Prima Puntata

[1] Se, durante l’opera, troverete il nome del protagonista senza apostrofo non vi preoccupate, si può anche scrivere così. O perlomeno è la scusa inventata dall’autore per giustificare la sua scarsa memoria.
[2] Da qui nacque il seguente gruppo su face book: “Perché io non mangio e ingrasso e invece il mio amico mangia come un porco anzi si mangia un porco ed è sempre secco secco?”
[3] Sono sicuro che una persona così la conoscete anche voi. Insopportabili.
[4] Nome arcaico. Un giorno sapremo il significato. Almeno credo.
[5] Maggiore divinità di quel periodo. Ma ne parleremo adeguatamente quando ne avrò voglia. Diciamo quando Juliana Moreira mi chiamerà a casa!

Non perdere l’appuntamento con “La Carmenide”, abbonati al mio numero e sicuramente, se ne avrò voglia, un giorno o l’altro, chissà, casomai quel giorno sono così gentile che ti mando un messaggio con una curiosità sull’opera che più adori. Ovviamente parlo de “Io, Rocco” di un certo Siffredi qualcosa. Non che io l’abbia letto. Diciamo che è un libro che non si riesce mai a chiudere. Chissà il perché.

Prossima puntata: diciamo Giovedì 28 Maggio, ma non ci credete tanto. Indi, in seconda battuta, Lunedì 1° Giugno. State sintonizzati sul divertimento!!! Indi andate su www.floptv.tv ma attenzione a Billy Ballo!

venerdì 22 maggio 2009

Who was Billy Ballo?

Oggi pomeriggio mi hanno chiesto se fossi un appassionato di Billy Ballo.
Lì per lì non ho capito il motivo di quella domanda, e ho risposto blaterando che più che altro mi spacciano per Billy Ballo. Il motivo è lungo e contorto, e non c'entra nulla con questo post (ad ogni modo la motivazione la potete trovare QUI - se non altro per rendervi conto della mia buona fede! :D )

Quello che mi è stato spiegato, poi, è che da oggi, essere un fan di Billy Ballo ha smesso di essere motivo d'orgoglio:

LINK

Io e lo staff del bloggodeglisgrittori (tra cui Lutty, a cui chiedo scusa per aver oscurato il suo post), esprimiamo tutto il nostro disgusto e la nostra amarezza nei confronti del signor Ballo. Da quel suo parruccone e da quel suo modo di battere convulsamente le mani, sinceramente, non ce lo saremmo mai aspettato.

Un attimo e via



Salve a tutti. Mi chiamo Davide, ho 22 anni e faccio lo scrittore. Si, lo so, è una parola grossa, grossissima. Lo scrittore è un mestiere strano. Tutti lo siamo. Tutti scriviamo, chi più e chi meno. Per essere considerati effettivamente tali però ce ne vuole. Bisogna avere un editore, un contratto, o almeno un libro in vendita, un progetto, una storia da raccontare. Non sono "scrittori" certificati quelli che scrivono sui social network o su messenger. Non sono "scrittori" quello che scrivono sui blog anche se, da un po' di tempo a questa parte, molti blogger sono diventati importanti dato che facevano qualcosa che ormai nessuno fa: dicevano ciò che pensavano. Senza problemi. Senza censure. Ma non è di questo che vi voglio parlare. Sono uno scrittore no? Ho qualcosa da dirvi, sicuramente. Non è che butto parole a caso sperando di azzeccare qualche pensiero. In napoletano si dice "incarrare". Rende perfettamente l'idea.

Dicevo che ho 22 anni e scrivo. E' qualcosa che và contro il mio volere alcune volte, cioè non è che voglio farlo assolutamente, ma è la mia stessa fantasia che lo reclama. Lei mi dà gli imput, lavora al posto mio e certe volte mi ritrovo a scrivere sottoforma di trance perchè è lei che elabora, è lei che crea, è lei che è viva. Io sono soltanto l'involucro. Una persona come tutte le altre con i suoi problemi e i suoi pregi, e i suoi difetti, e i suoi pensieri sulla vita e su quello che ci aspetta. Principalmente sono una persona che ha paura. Come tutti, d'altronde, ma ha paura. E che si lamenta sempre. Giusto. Un mio caro amico me lo dice sempre. Adoro lamentarmi. Adoro sentirmi male, adoro stare al centro dell'attenzione. Quanto lo adoro. E' forse il destino di ogni ragazzo che ama stare in mezzo alla gente e farla sentire al suo agio. E' forse il destino di ogni ragazzo che non ha vissuto quella che si può definire una bella infanzia. E' forse il destino solo mio. Magari.

Che adoro lamentarmi è assodato. Ogni uomo o donna o bambino adora, quando sta male, sentirsi protetti, coccolati, curati. E' il caso del padre di famiglia che, per una volta, vuole che sia trattato come un re. Succede a tutte le famiglie. E' normale che sia così. Nel momento del bisogno si cerca il contatto altrui. Ma io lo cerco sempre, forse sono anche un po' petulante oltre che odioso. Io. Io che condivido la mia vita, da qualche mese, con un essere femminile che ne ha passate molte ma molte ma molte più di me. E resta sempre in piedi. Puoi scalfirla, rovinarla, insultarla, abbatterla, ma lei resta sempre in piedi. Ha una forza d'animo che non sa neanche di avere. Vive perchè sa che sarà felice. Vive perchè adesso sente che è felice. E ad ogni botta va avanti e ricomincia. Non so come faccia, forse so cosa l'ha portata ad essere così e sempre più mi meraviglio per la sua tenacia. Adoro lamentarmi. Anche con lei. Cioè non mi lamento di lei, è meravigliosa, mi sfogo con lei. Butto su di lei i miei malumori e poi, non so come faccia, li fà diventare, in parte, suoi. Credo abbia dei superpoteri. Non so. O forse è solo piena d'amore, chissà.

Ho tristezza dentro di me. Tanta. Forse troppa. Ma ho 22 anni. Lo so. E' normale. E' il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, dicono. Adulto. E' una parola troppo grande per il sottoscritto, non so se lo sarò, effettivamente, mai. Adulto. Bella esperienza. Adulto è chi insegna alle altre generazioni ciò che sà o è chi ha dimenticato cosa vuol dire essere giovani? O tutte e due le cose? Ogni tanto questo vedo nei genitori. Qualcuno che cerca di insegnarti la vita dimenticando quando erano loro al tuo posto. E di quanto potevano soffrire al tuo posto, e di quanto stavano male quando non potevano uscire, o per un amore finito, o per qualcosa che non è mai iniziato. La memoria fa brutti scherzi. Molto brutti. A volte ci cancella parte della vita. Che poi siamo noi che ce la scordiamo. Con i nostri pensieri, i nostri cambi continui della necessità della vita. Quando siamo giovani il nostro unico scopo è trovarci degli amici, divertirci, avere una persona che ci ami per ciò che siamo. Ma poi andiamo avanti e cambiamo. Cambiamo nelle scelte, nelle amicizie, negli amori, nel lavoro e nelle paure. Nell'adolescenza abbiamo paura dei mostri, alcune volte di non tradire la fiducia dei nostri genitori, altre dei professori, altre ancora di non piacere agli altri. Poi cresciamo. E abbiamo paura di tutto. Ma niente di fantastico o meraviglioso. I mostri non esistono più, ci basta la gente comune. I genitori invecchiano e ci lasciano un pò stare prima della fine. Ora siamo nel mondo normale. E abbiamo paura.

La parte più brutta nell'ingresso in quel limbo che è l'università, il lavoro, la vita, l'amore, gli impegni è la continua paura di non farcela unito a quel bisogno immane che, nella società moderna, abbiamo tutti: i liquidi. Il denaro, i soldi, gli euri o come si chiamano chiamano. Tutti ne abbiamo bisogno, tutti non ne possiamo fare a meno. E' il mondo e così ce lo dobbiamo tenere. Giusto o sbagliato che sia. Perchè non possiamo fare assolutamente niente per cambiarlo. Ormai siamo programmati per un unico obiettivo: il denaro. E quello ricerchiamo in ogni ambito, in ogni momento, in ogni parte del mondo in cui ci troviamo.
E senza ne moriamo. Perchè così è. Viviamo per fare soldi e certe volte, anche senza rendercene conto, cerchiamo di averne sempre di più per soddisfare i nostri vizi, le nostre manie e anche quei bisogni necessari quali sono mangiare e bere. Ma effettivamente abbiamo bisogno di tutto il resto? Abbiamo bisogno del contorno? Badate bene che non sto facendo il moralista. State leggendo un manoscritto di un individuo che colleziona carta, che ha un computer portatile, un ipod, quattro televisori in un appartemento condominiale e altre mille cose. Che ha i suoi sfizi, e i suoi vizi. E ci sta male quasi perchè ce li ha. Perchè la mazzata che ho preso, da cinque mesi a questa parte, mi fa sentire colpevole forse di qualcosa a cui non ho colpa. Ma la sento, e mi attanaglia. Mi sembra di vivere stretto in una morsa. E non riesco ad apprezzare il gusto pieno di ciò che ho e che mi circonda. Rovino un amore, delle amicize pluriennali, dei sentimenti, delle serate perchè io sto male e non riesco a parlarne con chi dovrei parlarne. Ma son fatto così. Prendere o lasciare. Chi mi capisce è bravo, chi mi conosce lo sa, vivo per far ridere ma certe volte non ne ho assolutamente voglia. Vivo per scrivere, perchè sì mi piace, ma, certe volte, non ne ho assolutamente voglia. Vivo per amare e, per fortuna, di questo ne ho sempre voglia. Ma forse non mi basta. Voglio alzarmi un giorno e sentire, detto da me stesso, che non sono inutile. Che un altro giorno è cominciato ma io servo a qualcosa in questo meccanismo. Detto da me stesso. Perchè so che la mia ragazza lo dirà, perchè so che alcuni miei amici lo diranno, perchè so che, forse, anche il mio cane me lo farà capire, ma voglio che me lo dica da solo. E non ci riesco, perchè ho colpa di tutto ciò che va male, per me medesimo ovviamente. E non voglio neanche cercare di riparare. Sono un caso perso.

Il post è personale e lungo. Ho cambiato mille volte modo di parlare perchè il flusso di pensieri cambiava ad ogni attimo. Se non ci si capisce niente forse è voluto. Se avete capito è perchè già mi conoscete. Se lo capirete piano piano significa che state imparando a conoscermi.

giovedì 21 maggio 2009

Morire per delle idee? Va bè, ma di morte lenta...



Piccole riflessioni notturne da parte di uno che è riuscito a prendersi il mal di gola con 38 gradi centigradi.
La domanda mi assilla da un pò di tempo: cos'è, in sostanza, il mestiere dell'autore?
Più che altro, chi è l'autore?
E' uno che sa scrivere? Si riduce tutto a questo? No, non credo. L'autore deve saper scrivere, ma deve avere qualcosa da dire. Oltre a saperla dire nel modo giusto, ovviamente.
Ma che differenza c'è tra un autore che scrive libri impegnati alla Umberto Eco e uno che scrive libri adolescenziali alla Federico Moccia?
C'è una qualche differenza, o possiamo dire che tutti gli autori sono allo stesso livello perchè, in fondo, raccontano sempre una storia? Ma quanto una storia e figlia delle linee di pensiero, delle riflessioni e conoscenze sul mondo?
Lo so, sono domande sparate a raffica senza seguire nessun filo logico. Ma mi stanno tormentando da un pò, e ho bisogno di chiederlo a qualcuno, specie se questo qualcuno coltiva il mio stesso sogno.
Perchè mi chiedo quale sia la differenza tra un autore e un uomo della strada. Se la mettiamo sul piano della scrittura, allora posso considerarmi più o meno salvo. Penso di saper scrivere abbastanza decentemente per potermi permettere di coltivare questo sogno.
Ma se la mettiamo sul piano delle idee, allora sono fregato. Perchè se è vero che un autore è tale per le sue idee e non solo per la sua capacità di scrivere, io non sono affatto un autore.
Le mie idee scarseggiano, i miei spunti sono delle righe che rimangono incompiute per anni e anni senza vedere mai la luce, i miei raccontini (o quello che sono) prendono luce troppo raramente.
Non ho idee. O, perlomeno, ne ho poche.
E se questa carenza di idee pregiudicasse il mio sogno? Se la differenza che passa tra un autore e un uomo della strada fosse stabilita solo in base al numero di soggetti/racconti/romanzi (sceneggiature no, quelle sono un'altra cosa) che intercorrono tra i due? Se l'autore, per essere tale, dovesse partorire almeno 5 soggetti/racconti/romanzi al giorno? Io allora non sarei un autore, non potrei mai esserlo.
Ma non mi convince, non credo sia la risposta. Forse una delle tante risposte possibili, ma non l'unica.
Magari si può essere autore con poche storie, ma valide.
E allora altro dubbio: cosa rende valida una storia? Quali conoscenze deve avere chi la scrive, quanti modi di scriverla deve sperimentare, quanta cultura deve avere per potersi permettere il lusso di mettere se stesso dentro un'opera che sarà letta da qualcuno (si spera) e che magari ne influenzerà il pensiero. Chi è l'autore per poter dire al lettore: "io, tramite questa mia opera, posso insegnarti qualcosa su come va il mondo, posso trasmetterti le mie riflessioni affinchè tu le usi per imparare qualcosa o semplicemente per passare un pò di tempo".
Ma chi lo dice che l'autore in questione ha da dire qualcosa di più interessante del lettore? Chi lo dice che le conoscenze dell'autore in egittologia antica (mettiamo che il nostro ipotetico autore abbia scritto qualcosa sull'egittologia antica) siano migliori del lettore? Potrebbe anche venire il contrario, no? Ma allora quel lettore potrebbe benissimo essere un autore! Qual è la differenza che passa tra i due? Che il lettore non sa scrivere e l'autore sì?
Forse anche questa è una risposta. Ma non mi convince del tutto.
Insomma, non lo so. So solo che a volte penso che basti imparare la tecnica, per diventare un autore. Altre volte invece, sento autori affermati dire: "eh, a quei tempi, ero così pieno di entusiasmo che scrivevo cinque soggetti in un mese...certo, la tecnica lasciava a desiderare, ma non mi fermava veramente nessuno!". E allora mi viene lo sconforto, perchè capisco che per essere presi può essere sufficiente avere qualcosa di valido da dire, anche se con qualche lacuna tecnica.
Cos'ha più importanza? La tecnica o la fantasia?
Domande, ancora domande a cui non so dare risposta.
E intanto ho scritto più di quanto mi ero prefisso di scrivere, nonostante la totale assenza sia di tecnica che di fantasia, visto che la voglia non mi manca di certo.
Chi lo sa, magari un giorno quando avrò cinquant'anni e sarò un autore affermato, ai giovani pischelli della mia età dirò: "eh, a quei tempi avevo davvero tanto entusiasto. Certo, scarseggiavo in tecnica e anche in fantasia, ma avevo una voglia di scrivere pazzesca!"

mercoledì 20 maggio 2009

Cambio direzione...



Lacrime amare,
ero lì a guardare.
Il tuo sorriso era sparito,
perso nella tristezza, svanito,
e io non sapevo che fare.

Le parole non sarebbero bastate,
un bacio le avrebbe aiutate, ma
nessun programma è perfetto,
quello che avevo da dire l'ho detto,
e seppur per scherzo,
poteva far male lo stesso.

Ci ho pensato poi, è normale
non capire ciò che potrà far male.
Tu per me fai già tanto,
non ti crucciar, amore mio.
E' stato un attimo di smarrimento,
solo un momento.

Poi hai sorriso di nuovo,
ho capito che quello era il tuo dono.
Quello che mi dai notte e giorno,
te stessa, senza sconti,
ed è giusto sentirsi, di colpo,
l'uomo più felice del mondo.

L'amore è fuggevole, senza dubbi,
che il piacere è un attimo è assodato.
Ma prolungare quel momento è compito nostro,
come un dovere del sentirsi amato.
Vieni con me, tutto il bello che c'è
in questa vita, io ti mostro.

lunedì 18 maggio 2009

La Carmenide - Prefazione dell'autore (Puntata 0/2)



Avviso importante: Il testo che andrete, or ora, a leggere è antico. Indi è un grande onore per noi, per il Bloggo, per l’intera comunità, riuscire ad aver la fortuna di poter ammirare le parole del sommo Luttero. In molte occasioni ci saranno dei buchi dovuti all’usura della carta. Indi se troverete il seguente segno (…) , non abbiatene paura, indica solo che c’è un piccolo salto nella presentazione. E’ possibile, inoltre, trovare dei numeri talvolta, sempre tra parentesi. Questi numeri rappresentano le note che saranno facilmente trovabili alla fine del testo. Spero di essere stato chiaro. Se non lo sono stato son fatti vostri, io il mio lavoro l’ho fatto. E sempre a protestare state. Madò, uno vi cerca di dare un po’ di cultura e state sempre a cercare il pelo nell’uovo di Colombo. E che miseria!

“La Carmenide” – Presentazione dell’opera da parte del Sommo Luttero.


Cari amici vicini e lontani,
anzi no. Riprendiamo

Amici tele ascoltatori, allegria.
Il mio amico Mike[1], che è qui con me in codesto momento medesimo, mi ha suggerito questo modo di salutare molto giovanile ed io ho apprezzato così tanto la novità che non potevo non rendervene partecipi. Mi fa piacere ritrovarvi tutti riuniti per ascoltare, leggere e commentare la mia opera. E’ un onore, per me, immaginare che mi dedichiate parte del vostro tempo libero, un grande onore. Vi ringrazio di cuore. “La Carmenide” è un racconto di cui vado molto fiero. Soprattutto perché è uno di quelli che ricordo, la birra fa un brutto effetto, e che vado con più piacere a rileggere. Lo so, ci sono cose migliori da leggere ma questo è quello che passa il convento e vi dovete accontentare.
La struttura della “Carmenide” è molto semplice. E’ composta da (…) capitoli, pieni di pathos, di porthos, di Aramis e anche di D’Artagnan. Scusate la facezia ma qui, nel millemila[2] avanti cristo, questa è una delle battute più in voga insieme a quella del Fantasma Formaggino.
La conoscete? No? Allora ve la spiego subito: C’erano un Cretese, uno Spartano e un Azteco[3](…) “E io ti spalmo sul panino!” Ah ah ah. Bellissima. E’ micidiale. Ci starei a ridere per ore. Anzi, lo faccio proprio: “Ah ah ah ah(…) ah”. Tò, son passate quattro ore da quando ho iniziato a scrivere la prefazione. E’ proprio vero che il tempo vola quando ci si diverte.
Comunque vi avverto che quello che andrete a leggere è un racconto fatto di misteri, di intrighi, di delitti, di avventura, di poesia, di amore, insomma un antico “Elisa di Rivombrosa” ma senza la Puccini che piange ogni due secondi. Voi vi chiederete: “Ma come fai a conoscere la mirabile “Elisa di Rivombrosa”. E io vi rispondo: “Ho tirato ad indovinare, indi se c’ho preso so bravo”.[4]
Vi avverto che quest’opera provoca assuefazione, ovvero verrete presi dall’irrefrenabile impulso di leggerla ogni due secondi e di capire il perché sia stata scritta. Ovviamente non troverete una ragione plausibile manco a pagarla, e vi metterete a piangere per ore in un angolino. Indi ricordate: “Il vostro farmacista, il vostro medico o una roncola ben posizionata con forza sulla vostra testa, possono aiutarvi a smettere di leggere ques’opera. O a leggere in generale che tanto non serve a niente.”
Ora vi lascio perché dopo un po’ mi stanco a scrivere troppo, ho altre cose a cui occuparmi tipo…tipo…vediamo…ci penserò con calma un altro giorno. Intanto la prefazione finisce qui, anzi no, finisce qui, anzi no, qui, anzi no qui, anzi no quo, anzi no Zio Paperone[5].

Di seguito elenco un elenco di elencazioni di un elencamento di consigli per la lettura:

1) Aerare bene la stanza prima della lettura
2) Pensare che, alla fin fine, è solo un’opera di fantasia.
3) Pensare che, ovviamente, tu, caro lettore, la sapevi scrivere meglio.
4) Intanto però quello che è definito “Scrittore” sono io, idiota!
5) Pensa alla donna d’altri. Ti fa bene.
6) Pensala soprattutto durante la lettura, è molto meglio di tutto ciò.
7) Soprattutto se c’ha due (…) così!
8) Se non resisti alla tentazione di bruciare questo libro fallo pure. A me basta che l’hai comprato.
9) Inumidisciti bene il pollice quando giri le pagine.
10) Giudica e sarai giudicato.
11) Condanna e sarai condannato.
12) Lassie e sarai lessato.
13) Rex e sarai una lavatrice.[6]
14) Vivi ogni giorno della vita come se fosse l’ultimo. Indi chiudi sta roba e và a divertirti.

Buona lettura. By El Sommo Luttero.

VVUMDB[7]


Note:
[1] Mike dei Buongiorni. Caro amico del Sommo Luttero. Si narra, secondo una leggenda, che viva ancora adesso. Ma sarà sicuramente una panzana. Allegriaaaaaa.
[2] Anno molto lontano. Almeno mille più mille più mille più mille all’infinito anni fa.
[3] A quei tempi non c’erano l’Italiano, l’Inglese e il Tedesco.
[4] Aveva doti divinatorie il Sommo[4bis] Luttero.
[4bis] Nota nella nota: Lo si chiama sempre “Sommo” perché, ai tempi, i sinonimi erano pochi. Or potremmo definirlo quasi…Sommo!
[5] Era anche un inguaribile burlone.
[6] Questa è molto difficile da capire se non siete ferrati di Lavatriciologia.[6bis]
[6bis] Nota nella nota: Si narra che nell’elenco manchi “Zoppas e sarai azzoppato” per eccessiva idiozia.
[7] Saluto speciale per avvicinarsi ai gggggiovani.

Alla prossima settimana con la prima puntata. Non mancate. E se mancate voglio la giustificazione firmata da uno dei genitori, o dal vicino, o dalla moglie del vicino. Preferibilmente bona. E disponibile alle nuove conoscenze.

Il qui presente traduttore avverte che, se gliene tiene, metterà la puntata Giovedì. Ma non credeteci troppo.

domenica 17 maggio 2009

Dicono di me...



Stavo pensando che di gente che mi vuole bene ce n'è davvero tanta. Il problema è che non tutti riescono a dimostrarlo poi così bene! :P

Stronzo.
StronzoBastardo.
StronzoBastardoPezzoDiMerda.
StronzoBastardoPezzoDiMerdaPuttaniere.
(Paola)

Fra, non capisci un cazzo di musica.
(Alessio)

Fra, sei un cafonazzo, infamone e rinfaccione!
(Eloisa)

sì propr 'na matunell! (trad: sei davvero una persona pesante!)
(mio fratello)

Sei subdolo! Sei una persona subdola!
(Paola e Nino)

E non fare il cagasotto come tuo solito!
(Nino)

Ma pensi di essere simpatico? Ma chi te l'ha detto mai di essere simpatico?
(Marialisa)

Maledetto stronzone! Idiota! Ti odio!
(Luttazzi4ever)

Brutto Buzzuro, Beota, Budrillo, Bolscevico!
(Caterina)

Ma sei proprio un ignorante! Cazzo, che bestia che sei!
(Fabio)

Sei un egocentrico.
(Walter Dorian Gray)

Sei un borioso egocentrico
(Max Brody)

venerdì 15 maggio 2009

Le nuvole si diradano...



Il caldo sta per arrivare
e già un po' lo sento,
il freddo ci ha fatto innamorare
e, a lasciarlo, non son contento.
E, a dirla tutta, non mento:
si, mi piacerebbe riviver, senza rimorsi,
l'amor nel cielo spento,
restare abbracciati, tra baci e morsi,
quando fuori ululava il vento.

Ora il sole bussa alla tua porta,
si accorcian, i vestiti, rapidamente.
L'alba ormai è sorta:
l'afa ti entra nella pelle
e financo nella mente.

Ma che c'importa del tempo fuori?
Viviamoci, amiamoci, senza pudori,
batteranno all'unisono i nostri cuori.

E, senza pensieri, faremo l'amore,
che sia per una, dieci o cento volte,
non staremo a pianificarlo per ore,
sarà inaspettato, piccola mia,
si mischieranno i sorrisi al sudore,
sarà il nostro modo, come una dolce poesia,
per sfidare la cattiva sorte
e così sia.

giovedì 14 maggio 2009

Domani 21/04/09



Non potevo non metterla. Bella iniziativa. Bella canzone. Bravi tutti. Gli Elii un pò di più. Oh, so di parte.

Tra le nuvole e i sassi/ passano i sogni di tutti (Ligabue)
passa il sole ogni giorno/ senza mai tardare. (Tiziano Ferro)
Dove sarò domani? (Enrico Ruggeri)
Dove sarò? (Gianni Morandi)
Tra le nuvole e il mare/ c'è una stazione di posta (Franco Battiato)
uno straccio di stella messa lì a consolare (Massimo Ranieri)
sul sentiero infinito (Max Pezzali)
del maestrale (Eugenio Finardi)
Day by day (Zucchero)
Day by day (Cesare Cremonini)
hold me/ shine on me. (Zucchero)
shine on me (Cesare Cremonini)
Day by day save me shine on me (Zucchero, Carmen Consoli, Mauro Pagani, Cesare Cremonini, Eugenio Finardi)
Ma domani, domani,/ domani, lo so (Francesco Renga)
Lo so che si passa il confine, (Roberto Vecchioni)
E di nuovo la vita (Mauro Pagani)
sembra fatta per te (Giuliano Palma)
e comincia (Elio)
domani (Elio e Le Storie Tese, Vittorio Cosma)
domani è già qui (Jovanotti)

rap 1 Estraggo un foglio nella risma nascosto
scrivo e non riesco forse perché il sisma m'ha scosso (Caparezza)

rap 2 Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi, fa pensare a domani ma puoi farlo solo oggi (Frankie Hi NRG)

e la vita la vita si fa grande così (Gianluca Grignani)
e comincia domani (Giuliano Sangiorgi)
Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare (Claudio Baglioni)
con un pò di fortuna (Ron)
si può dimenticare. (Luca Carboni)
Dove sarò (Baustelle)
domani? Dove sarò? (Samuele Bersani e Baustelle)
oh oh oh (coro: Carmen Consoli, Antonella Ruggiero, Alioscia, Pacifico, Mango, Massimo Ranieri, Bluvertigo, Nek, Giuliano Palma, Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Albano)

rap 3 Dove sarò domani che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani/ Dove sarò domani, tendimi le mani, tendimi le mani (Marracash)

Tra le nuvole e il mare
si può andare e andare (Laura Pausini)
sulla scia delle navi
di là del temporale (Carmen Consoli)
e qualche volta si vede (Nek)
domani (Antonello Venditti)
una luce di prua (Nek)
e qualcuno grida: Domani (Antonello Venditti)

rap 4 Come laquila che vola
libera tra il cielo e i sassi siamo sempre diversi e siamo sempre gli stessi
hai fatto il massimo e il massimo non è bastato e non sapevi piangere e adesso
che hai imparato non bastano le lacrime ad impastare il calcestruzzo
eccoci qua cittadini d'Abruzzo
e aumentano d'intensità le lampadine una frazione di
secondo prima della fine la tua mamma,
la tua patria da ricostruire,
comu le scole, le case e specialmente lu core
e puru nu postu cu facimu l'amore (Jovanotti, J Ax, Fabri Fibra e in chiusura Sud Sound System)

non siamo così soli (Giuliano Sangiorgi)
a fare castelli in aria (J Ax e Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giuliano Sangiorgi)
sulla stessa barca (J Ax , Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giorgia)
a fare castelli in aria (J Ax e Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giorgia)
a stare bene in Italia (J Ax e Fabri Fibra)
sulla stessa barca (J Ax)
a immaginare un nuovo giorno in Italia (Giorgia, Giusy Ferreri, Dolcenera, Mario Venuti, Jovanotti, J Ax, Fabri Fibra)
Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale (Piero Pelù)
Qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida, domani (Morgan)
Non siamo così soli (Giorgia, Mario Venuti, Giusy Ferreri, Dolcenera, Giuliano Sangiorgi)

(tromba solo di Roy Paci)

Domani è già qui
Domani è già qui (Jovanotti, Marracash, FabriFibra, J Ax)

(Assolo violino Mauro Pagani)

Ma domani domani, domani lo so, lo so, che si passa il confine (Gianna Nannini)
E di nuovo la vita sembra fatta per te e comincia (Elisa) domani (Sud Sound System)
Tra le nuvole e il mare, si può fare e rifare
Con un pò di fortuna si può dimenticare (Manuel Agnelli Afterhours)
E di nuovo la vita, sembra fatta per te (Mango)
E comincia (Niccolò Fabi)

(coro finale)
domani
E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

(Manuel Agnelli, Dolcenera, Zucchero, Niccolò Fabi, Giusy Ferreri, Alioscia, Pacifico, Max Pezzali, Caparezza, Niccolò Agliardi, Luca Carboni, Roy Paci, Tricarico, Ron, Giuliano Sangiorgi, Negramaro, Negrita, Giorgia, Francesco Renga, Malika Ayane, Laura Pausini, Morgan, Jovanotti, Massimo Ranieri, Nek, Enrico Ruggeri, Piero Pelù, Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Carmen Consoli, Mango, Cesare Cremonini, Saturnino)

Domani è già qui, domani è già qui (Jovanotti)

martedì 12 maggio 2009

Inchiostro



Quante volte mi son ritrovato davanti ad un foglio bianco? Tante, tantissime. Quante volte ancora mi ci ritroverò? Saranno innumerevoli se quello che mi son prefissato di fare avrà un destino favorevole, e, forse, anche se andrà male continuerò a consumare carta, a mettere su uno spazio bianco dell'inchiostro nero, rigorosamente nero, e stare in pace con me stesso.
E' un po’ come mettere un ordine alle cose. L'ordine perfetto. Quello che, secondo logica, non esiste. Perchè tutti abbiamo un nostro ordine. Nostro, solo e personale. Anche le persone più disordinate. Nel disordine c'è ordine, solo in quello ritroviamo noi stessi e le cose che andiamo cercando. E poi osservate bene. Anche un disordinato ha qualcosa a cui riserva un ordine maniacale. E’ assodato, ognuno ha le sue piccole manie, il suo piccolo angolo di cielo dove esprimere tutto se stesso e ritrovare ciò che vuole veramente. E, vi ammetto che, in venti e passa anni della mia piccola vita, ho capito che le cose che più si cercano si trovano quando meno te l'aspetti. E questo vale sia per una gomma da cancellare, sia per la tua penna preferita, sia per l'agenda, sia per l'amore, sia per un po’ di pace. Tutto quando meno te l'aspetti. L'imprevedibilità è un fattore naturale. Ed è quello che forse ci porta a stare più vicini a questo mondo. Imprevedibile implica anormale. Ma chi sa definire "normale"? E' semplice dire che chi è pazzo non afferma di esserlo ma chi ha le generalità e la consapevolezza di poter decidere della diversità altrui? La legge? Lo stato? Gli uomini? Dio? La risposta non tocca a me darla. Sono uno "sgrittore", sono un viaggiatore. Parto da un pensiero e arrivo ad altri cento, passo per altri mille e atterro su una soluzione illogica per dare un senso logico a tutto il resto. Vi sembra strano? E' normale. Ops, non so neanche cosa significhi questo termine e ci ricasco. Non posso definire neanche quello che state leggendo or ora. E' un flusso di pensieri inarrestabile, qualcosa che doveva propriamente uscire dalla mia mente e trovare un luogo dove fermarsi per restare, si spera, nei secoli impressa nelle altre menti. O mi basta anche in una sola. Anche se fosse solo la mia. Che negli ultimi tempi la trovo sempre più svagata. E' normale sentirsi estranei della propria mente? Bella domanda.

Richiedeva anche un rigo di spazio. E' una domanda molto importante. Non vi sto annunciando che sento le voci, a questo non ci sono arrivato, o perlomeno ne sento una, ne son sicuro, e, son sincero, penso di conoscerla a menadito. Ci passo molto tempo con me. Molto. E, negli ultimi tempi, forse, mi sto accorgendo che penso troppo. Tranne quando guardo qualcosa che mi colpisce così tanto da annullare la mia mente. Sono succube dei serial americani? Forse. Ma è piacevole e quasi surreale che in quei mondi, dal più reale al più fantastico, ci trovo me stesso e parte del mio mondo vero. In tutto. E sto seriamente iniziando a pensare di trascrivermi le frasi che più mi colpiscono. E' un modo per "osservare" da vicino il lavoro che vorrò fare. Dietro a quei attori ci sono molti sceneggiatori. Un giorno potrei esserci anche io. Chissà. Siamo i creatori di mondi strani che, ad alcune persone piaceranno così tanto da convincerne altre ancora a renderli "reali". Un giro lungo, forse complesso, ma vero. E' tutta finzione se ci facciamo caso. E' tutto reale se lo vogliamo rendere tale.

Chi è arrivato fin qui merita un regalo: Vi voglio bene. Non è facile sopportare un così strano viaggio mentale, ma se sei arrivato fin qui, avventato avventuriero, voglio ringraziarti. Veramente si nota che non avevi niente di meglio da fare.

Ps: Sto scherzando, avventuroso avventuriero. Io ti voglio bene veramente e ti ringrazio di avermi dedicato cinque minuti della tua esistenza. Non ti preoccupare, il bollettino arriverà direttamente a casa.

Ps2: Se ti stai chiedendo di quale bollettino parlo, non ti preoccupare. Roba da niente. Tu pagalo e sarai sollevato.

Ps3: Che poi, avventista avventuriero, se questo ti sembra tanto non hai capito niente. C'è una persona che, per amore, mi sente parlare ininterrottamente per un'ora e mezzo. Lei mi dà argomenti e io ciarlo indisturbato per ore. Un giorno di questi mi ritroverò con un bavaglio. Ne sono sicuro.

Ps4: Questo post farà contento il Diggi che dice che non scrivo più. E si sarà già pentito di averlo detto. Uah uah uah.

lunedì 11 maggio 2009

Maledetta primavera/2



E finalmente è arrivata la primavera. Il caldo ha iniziato a fare da padrone qui nel profondo Sud. Molto. Sta conquistando pian piano le nostre abitudini e il pensiero di riportare i ventilatori, in pensione da Settembre giù in cantina, si fa sempre più largo nella mia mente. Si. Io odio il caldo. Odio l'estate e le giornate afose, odio anche il mare(quest'anno prima presenza a mare il Primo Maggio. Conseguenze: Febbre per 4 giorni!) e lui non mi ama di certo. E la primavera non è che la sopporto tanto. Cioè pagherei per avere giornate così. Massimo 20-25 gradi, tutti felici e di notte si dorme. Ma niente, quella passa, toglie il freddo, e porta l'afa e il sudore. A pacchi. Non è bella come immagine ma rende l'idea.

E si inizia a vedere gente (s)vestita. Che è pure una delizia per gli occhi se si parla di giovani pulzelle, ma è un dolore alla testa se una certa signorina mi sente dire certe cosuccie. E, proprio ieri pensavo, che era meglio che st'Estate se la prendeva comoda e veniva un pò più tardi.
Si. Perchè non ho niente di tutti i programmi che ha il mio collega Francesco per questo mese. Niente esami, non son universitario, niente tesi quindi. Niente chitarra, un giorno o l'altro mi dovrei decidere ad accordarla e capire come si suona. Niente sceneggiatura, niente racconto e niente soggetto, solo un pensiero fisso in mente di una storia a puntate che scriverò solo per il mio sollazzo e quello dei miei amici(A proposito: da settimana prossima ogni Lunedì, e forse anche due volte a settimana, la "Carmenide" su questi schermi!). Ho tanti fumetti in arretrato da leggermi, oltre a "L'eleganza del Riccio" e il libro su Groucho Marx(per imparare un pò il mestiere dell'essere comico sempre e comunque!). E penso che mancano 20 giorni alla fine di Maggio. All'inizio del primo dei tre mesi che più odio. Ai risultati di un concorso al quale ho partecipato mettendo, nei due racconti inviati, tutto me stesso. E aspetto. Aspetto che un giorno o l'altro mi chiamino o riceva una mail o una lettera in cui mi si dica che ho vinto, o perlomeno che quello che ho scritto è piaciuto, che è in arrivo una proposta editoriale per il sottoscritto. Ma, si sa, più si sogna e più si perde il contatto con la realtà. Andrà come deve andare. Non si è mai sentito di un ventiduenne che vince concorsi letterari. Di strada ne devo fare. E imparare da tutto. Dalla vita, dall'amore, dalle difficoltà, dai problemi che sembrano circondarmi ovunque vada, e proseguire per una strada che non è mai dritta, ma piena di curve e, ad ognuna di esse, io cresco un pò. A piedi ovviamente, cioè, se aspettate che io mi metta a guidare state freschi.

E poi penso, dopo tutte ste seghe mentali, che in fondo c'è sempre Carmen. Che dal 17 Luglio 2008 mi dà gioia e dal Primo Gennaio ha deciso di condividerla sempre e comunque col sottoscritto e trasformarla, ventiquattr'ore su ventiquattro, in amore. Ci sono i miei amici, c'è un mio progetto campato in aria che ho in mente e va tutto bene. O quasi. Ma si va avanti.
E non ho frasi profetiche. Ah si. Forse una, del mio amore: "Tra un'ora mi sveglio e mi metto a dormire". Ecco. Nessun'altra può capire come mi sento in questo periodo. Con la voglia di svegliarmi e mettermi a dormire. Ma poi penso che lei c'è, loro ci sono e io continuo. Continuo.

Ps: La frase della mia delicata Carmen è stata detta quando lei era febbrata. Non l'ha fatto apposta. Ma è così brava anche quando dice idiozie.

Ps2: Post depressivo. In contrapposizione alla botta di vita del Sor Francesco! Ci compensiamo io e il Diggi.

Ps3: Il fiore scelto è quanto di più lontano dalla primavera esista. Appunto per far capire come la adoro. E poi l'ha scelto il mio amore, indi merita anche solo per questo!

Maledetta primavera



E finalmente è arrivata la primavera. Di colpo, qui a Chieti, ha cominciato a fare caldo, molto caldo. Io amo il caldo, amo l'estate e soprattutto la primavera, nonostante polline e zanzare infestino la mia vita e determinino la regolarità delle mie nottate e dei miei starnuti.
Già, finalmente la primavera sembra essere arrivata. Per strada si cominciano a vedere pantaloncini, gonne, magliette a mezze maniche e qualche infradito.
Mi ritrovo ad affacciarmi al mio terrazzo tutto sorridente a pensare che, cavolo, era ora che arrivasse la bella stagione.
Poi penso a tutto quello che ho da fare in questo periodo. Devo scrivere, con impegno e costanza. Una sceneggiatura, un soggetto e un racconto per un concorso. Devo leggere l'ordine del sole nero di James Rollin e "La stregoneria oggi" di Gerald Gardner. Devo iniziare il tirocinio. Devo cercare un articolo per la tesi e scrivere una relazione sul mio percorso di tesi, appunto. Devo studiare per i rimanenti tre esami del programma e i restanti 12 crediti a scelta. Devo studiare due pezzi di chitarra per il mio saggio, "Tush" degli ZZTop e "Hotel California" degli Eagles. Devo studiare i pezzi di chitarra per il saggio dei ragazzi che accompagnerò. Devo dare lezioni di chitarra. Devo andare a lezione di chitarra.
Il tutto entro la fine di maggio. Oggi ci ho riflettuto, mancano solo 20 giorni. 20 giorni in cui potrei fare tutto e potrei non fare nulla.
Quando ci penso, il sorriso si spegne un pò.
Poi penso che in fondo c'è sempre Paola, ci sono gli amici, c'è la mia socia, e va tutto meglio. Ma, come mi ha detto il mitico venditore di chitarre l'altro giorno, dopo che gli avevo chiesto se la chitarra usata che Paola sta per regalarmi avrebbe retto: "L'unico che può distruggerla sei solo tu".
Ecco, ripensando a tutto quello che ho fare, ho paura che questa frase diventi terribilmente profetica.

martedì 5 maggio 2009

La maledizione di Intimissimi



Anche se nessuno ne parla, pare che da qualche tempo una terribile maledizione stia colpendo chiunque guardi la pubblicità della nuova collezione Intimissimi. La notizia, seppur poco chiacchierata e per nulla messa in risalto dai media nazionali, pare preoccupare tutti quei milioni di appartenenti del gentil sesso che, in questi giorni come non mai, hanno visto aumentare la produzione di saliva dei loro gentili compagni. Pare infatti che i maschietti, non appena sottoposti alla terribile (e sottolineo terribile) visione della sudetta réclame, siano vittime di violenti fendenti che cadono tra capo e collo con una ferocia inaudita, di terribili sganassoni che arrivano dritti dritti in faccia e di dolorosissimi pugni sferrati sulle braccia dei poveri malcapitati. Pare addirittura che il suddetto sortilegio si verifichi anche solo guardando il poster esposto in un negozio Intimissimi, provocando violenti e involontari scontri tra gli esponenti maschili che si trovino nei paraggi, e causando perdita di equilibrio e pericolosissime cadute all'indietro per chiunque osi commentare la pubblicità con enfasi e ormoni in subbuglio. Nessuno sa dire con precisione le terribili origini di questa oscura maledizione, ma sembra che le donzelle siano molto preoccupate per le loro dolci metà, vittime di una punizione di sicuro di origine divina. Pare che anche il mondo scientifico si stia interessando all'argomento, effettuando esperimenti esclusivamente sui maschietti. Nel corso di questi esperimenti, alcuni uomini sono sottoposti ripetutamente alla visione dello spot, commentando l'effetto che la visione ha prodotto su di loro. Ebbene, pare che durante questi esperimenti nessun soggetto sia stato colpito dalla maledizione. Ma la controversia è ancora aperta, attirando sempre più illustri scienziati (tutti uomini, a quanto pare) ad interessarsi al dibattito. Persino Roberto Giacobbo è entrato nel merito della querelle, registrando una puntata di Voyager in cui comparirà persino la bruttissima (e sottolineo bruttissima) modella protagonista dello spot. Ovviamente a nessuno interesserà la sua presenza durante la puntata, ma la sua preziosa testimonianza potrà dare qualche deludicidazione in più per scoprire quale segreto si nasconde dietro una campagna pubblicitaria che riesce ad attirare l'attenzione di milioni di italiani grazie al suio jingle accattivante, ad una fotografia ineccepibile e ad un gioco di specchi invidiabile. La speranza di tutti, ovviamente, è che presto la maledizione finisca e che presto si possa tornare a guardare il suddetto spot senza correre il rischio di ricevere alcunchè tipo di punizione divina. Nel dubbio, però, una delegazione del comitato femminista italiano si è mobilitato in prima persona, recandosi presso la sede della Intimissimi per invitare i dirigenti a sospendere la campagna pubblicitaria. La loro motivazione, tanto palese quanto nobile, è quella di salvare i loro uomini da lividi ed ematomi di cui però, dalle notizie che ci giungono, nessun uomo vorrebbe fare a meno.

lunedì 4 maggio 2009

Dentro ad ogni brivido - Marco Carta


Io lo so che ora molti di voi mi odieranno. Diranno che da me proprio non se l'aspettavano, che, ma come, proprio tu che ti atteggi tanto a intellettualoide e snobbino della musica poi vai a postare gli accordi della nuova canzone di Marco Carta? Lo so, lo so, avete perfettamente ragione. A me Marco Carta non sta particolarmente simpatico, non gli avrei fatto vincere Sanremo e non ho mai ascoltato nessuna sua canzone all'infuori di "la forza mia" e questa di cui sto postando il testo e gli accordi, "Dentro ad ogni brivido".
Il problema è che questa canzone mi piace e, anzi, data la penuria di buona musica che passa in questo periodo in radio, "Dentro ad ogni brivido" mi fa restare sintonizzato per ascoltarla tutta.
Che ci volete fare, si vede che sono un duro dal cuore tenero! :P
Ah, in ogni caso la tonalità dovrebbe essere quella originale, in Do minore. Spero che anche tutti gli altri accordi siano giusti! :D


do- fa-
Buongiorno mia signorina
do- fa-
Le posso offrire un caffè
do- re
Viaggio da questa mattina
sol do-
In cerca di lei

do- fa-
Vedo l’azzurro del mare
do- fa-
Nei suoi occhi così blu
do- re
Sintomi di un grande amore
sol do-
Io vorrei darle del tu

fa-
Vorrei farti sognare
sib
Portarti a ballare
mib sol#
Stringerti tanto da non respirare
re sol
Perdermi in ogni minimo particolare di te

do
Dentro ad ogni brivido
do7+
C’è la magia di un timido
do7 fa
Incontro di due mani che si sfiorano
do7+ re-
Semplicemente un’alchimia che già ti fa sentire mia
sol
Come vorrei
do
E mi sento stupido
do7+
Nella follia di un attimo
do7 fa
Mi sono immaginato tutto quanto
do7+
E intanto tu rimani lì
re-
Seduta a bere il tuo caffè
sol
Senza di me
do-
Senza di me

do- fa-
Buongiorno mia signorina
do- fa-
Le posso offrire un caffè
do- re
Viaggio da tutta la vita
sol do-
In cerca di lei

do- fa-
C’è l’infinito del mare
do- fa-
In quei suoi occhi così blu
do- re
E’ certamente già amore
sol
Ed io
do-
Vorrei darle del tu

fa-
Potrei stare a guardare
sib
Bramarti per ore
mib sol#
Baciarti tanto da non respirare
re sol
Perdermi in ogni minimo particolare di te

do
Dentro ad ogni brivido
do7+
C’è la magia di un timido
do7 fa
Incontro di due mani che si sfiorano
do7+ re-
Semplicemente un’alchimia che già ti fa sentire mia
sol
Come vorrei
do
E mi sento stupido
do7+
Nella follia di un attimo
do7 fa
Mi sono immaginato tutto quanto
do7+
E intanto tu rimani lì
re-
Seduta a bere il tuo caffè
sol
Senza di me

do
Dentro ad ogni brivido
do7+
C’è la magia di un timido
do7 fa
Incontro di due mani che si sfiorano
do7+ re-
Semplicemente un’alchimia che già ti fa sentire mia
sol
Come vorrei
do
E mi sento stupido
do7+
Nella follia di un attimo
do7 fa
Mi sono immaginato tutto quanto
do7+
E intanto tu rimani lì
re-
Seduta a bere il tuo caffè
sol
Senza di me

do- fa-
Senza di me
do- fa-
Senza di me

Nessuna pietà





Google Analytics questa sera è stato impietoso, con me e Davide.
Non ha avuto nessun rispetto, nessuna pietà, nessuna comprensione per il nostro dolore.
Il dolore di Davide, un giovane uomo privato per una lunghissima settimana della sua dolce metà.
Il dolore del sottoscritto, al rientro da una mini-vacanza a Praga il cui ricordo continua a lasciare strascichi dentro di lui.
Pensavamo di poter scampare all'abbassamento delle visite, durante un'intera settimana di totale abbandono del forum?
Pensavamo di poter mantenere lo zoccolo duro del forum, ottenendo la tacita comprensione dei nostri seguaci?
Sì, lo pensavamo, ma abbiamo sbagliato i conti.
Perchè, escluso un picco di 148 visite (che poi sarebbe il nostro record storico) nel giorno di martedì 28 aprile, le nostre visite sono in picchiata libera.
E' con sommo piacere che, stasera, tornando qui ho ritrovato una poesia di Davide (che vi invito a leggere subito dopo questo post). E' con altrettanto sommo piacere che, stasera, tornando a casa, mi sono ricordato che questo blog è fatto per scrivere anche delle minime scemenze che mi passano per la testa, senza pensare di dover scrivere ogni volta un pezzo che meriti di vincere il premio Pulitzer.
Siamo tornati, signore e signori.
Davide con i capelli più corti e io con i capelli più lunghi (almeno fino a martedì).
Davide con la sua amata al rientro da una gita (a proposito, un bentornato anche a Carmen, ormai assurta a musa ispiratrice del nostro Sommo Poeta) e io con la mia amata che ogni giorno è chiamata ad un'ulteriore prova di sopportazione.
Siamo tornati, signore e signori.
Bentornati nella blog war.

domenica 3 maggio 2009

Ritornerai...



Salto nel vuoto
da vent'anni o poco più.
Salto in un baratro,
attendevo forse te.

Milioni di parole
dette e pronunciate.
Centinaia di storie,
di amicizie disperate,
di ragazze screanzate,
di sentimenti calpestati,
di scuse mai pronunciate,
di amori programmati.

Tutto forse era già scritto,
passo dopo passo,
penna dopo penna,
inchiostro nell'inchiostro.
Tutto era stato detto
ma, una sera, un fulmine
mi si scagliò in pieno petto.

Eri bella, nessun dubbio,
avevi caldo, era Luglio,
parlavi altrove, con altra gente,
eri lontana ma nella mia mente.

Forse ho sbagliato, lo so,
ho atteso, ho ragionato,
il tuo dolore ho guardato,
ma non credo, ne son sicuro,
di averne approfittato.

Che ti amavo era normale,
vederti baciare un altro faceva male,
ed io cercavo altrove:
ad innamorarmi di persone
che non erano un briciolo di te,
che servivano solamente,
ad eliminar quel pensiero insistente.

Io e te, te e io.
Sentir la tua voce dir: "Sei mio".
Ci sognavo quasi piangendo,
ma poi, per fortuna,
or lo sento.

Sento il tuo vivere,
sento il tuo essere,
sento il tuo voler capire,
sento il tuo saper accogliere
i dispiaceri altrui
e farli diventare, per amore,
tuoi. Solo tuoi.

Il pensiero mio vola ormai
verso te, che distante sei,
son sicuro che qualche
lacrima l'abbiam versata,
sette giorni son lunghi,
mia amata.
Ma tutto ciò ci servirà in futuro,
anche se, di una cosa son sicuro:
finchè vivo non vorrò mai
lasciarti sola, perchè tu sei
l'unico pensiero dei giorni miei.
L'unica felicità duratura
è tutto ciò che sei.

Son quattro mesi, con calma
allunghiamo il passo.
Tanto abbiam da vedere,
tanto abbiamo da sapere.
Ma, per ora, mi basta sentire
il tuo corpo sul mio
caldo e festante
e sentirti sussurare
a bassa voce: "Sei mio".