lunedì 12 ottobre 2009

La Carmenide - Giuda Ballerino! (Puntata Ventuno)



Mini-Prefazione(perché un soldo risparmiato è un soldo guadagnato): La visione di questa puntata, così interessante ed onirica, porterà tutti i lettori(4!) a cercare di capire il perché questa puntata sia così interessante e soprattutto il perché abbiate perso tempo a leggerla invece di fare tutt’altro. Qualsiasi cosa. Tutto è più interessante e soddisfacente. Perdendo cinque minuti leggendo sta roba potevate: tagliarvi le unghie(o almeno togliervi i residui di sporco che stanno lì da San Silvestro), leggere “Il Giornale”, buttare “Il Giornale, decidere di tenerlo in casa come alternativa alla carta igienica, professarvi nuovo Messia del regno Sabaudo, professarvi il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, professarvi leader del Pd(ma non ve lo consiglio!), giocare alla playstation con dei bambini e batterli sempre. E tante altre cose. Ma, per fortuna mia e del mio ego, leggete questa roba. Fortuna mia, sfortuna della vostra sanità mentale. Ma dimenticate ciò che vi ho appena detto.

Motivi per leggere questa puntata: ci sono poppe, poppe, deretani, poppe e deretani, ma nella pubblicità della Tim. Qui non ci sono. Mi dispiace. Indi questo è un buon motivo per vedere la pubblicità della Tim, mica sta roba.

La visione di quest’opera risolverà uno dei misteri più nascosti dello spazio-universo: nel 2012 qualcosa accadrà sicuramente: uno scoiattolo provocherà ghiaccio con un po’ della sua aria. E tutti noi lo ringrazieremo. Devastando il suo bosco e costringendo i suoi tre fratelli cantanti (tali Alvin, Theodore e Simon) a fare cartoni animati e film su film. Alla faccia della protezione animali.

Personaggi e nozioni:

Mang’isse: degno depravato donatore di donnole dure e delicate.
Master: L’uomo un tempo noto come “L’Ambiguo” ora è diventato noto come “L’ambiguo coraggioso”. Un netto miglioramento, non c’è che dire.
Carmenide: Opera sua. O su di lei. O con lei. Insomma ci deve essere.
RimPattule: Donna(?) molto (?) simpatica (?) e avvenente(?). Ci scusiamo con i lettori ma dopo sta balla clamorosa non possiamo continuare.
Tommy Show: Il suo nome, in passato, era conosciuto come “colui che palleggia”, poi “colui che trinca” poi “colui che trinca mentre palleggia” poi “colui che ha finito di palleggiare e trinca solo e si nota dalla pancia da birra che si è costruito passo dopo passo”.
Turkodur: entrato in questo dramma a puntate per un attimo, serviva per una rima che Luttero non riusciva a fare, dimostra di avere più personalità lui che tutti gli altri messi assieme. Ed è un personaggio di fantasia. O no?
Cocco Siffredi: morto, deceduto, eliminato, kaputt! Alleluia!
Cimichele: il terribile nemico di quest’opera epica, ma solo perché Bossi era impegnato.

Sorrise il Master, e, della mano
divina carezzandolo, la lingua
sciolse in tai voci: "Un cattivello sei,

né ciò che per te faccio, scordi giammai.
Quali parole mi parlasti! Or sappia
che nessuno il mio cor danno t'ordisce.”


“Master la intimo di finirla di chiamarmi così! Non sono il suo cattivello e non mi carezzi! Pervertito!” – urlò Turkodur maledicendo il momento in cui è stato creato.
“Ehm…scusami oh mio nobile scudiero!” – disse il Master.
“Marinaio!”
“Nobile marinaio.”
“Più precisamente mozzo.”
“Nobile mozzo.”
“Più esattamente povero.”
“Povero mozzo.”
“Ecco. Che perde il suo tempo con un nobile ambiguo.”
“Nobile ambiguo…parli del lucaborrasso?”
“Perché? Il suo animale è nobile?”
“Ebbene si. E’ il conte dei Lukokò. Vinse la propria contea in un duello all’ultimo sangue, o per meglio dire: all’ultimo pezzo di carne.”
“Una battaglia sanguinolenta?”
“No, diciamo che c’erano troppi cadaveri ammassati fuori dalle mura di Lukonia. Lui passò, se li pappò tutti e fu dichiarato conte seduta stante.”
“Mio Jufka! Ormai danno titoli a cani e porci! Persino a lei!!! Che indecenza!”
“Farò finta di non aver udito il tuo favellar contro la mia persona. Andiamo, oh mio fido mozzo-scudiero povero e derelitto. La gloria ci attende!”
“E com’è?”
“Cosa?”
“La Gloria! Bella? Formosa? Tipo Bocciofila?”
“Ma che hai capito, oh sciocco e rozzo essere onnubilato dai sensi più perversi! Parlavo della gloria che ci daranno dopo la sconfitta del malvagio essere!”
“Ah, ora ho capito! E’ un premio, questa Gloria. Allora mi impegnerò molto di più e cercherò di non lasciarla uccidere come mi ero già prefissato.”
“Ah ah ah. Che burlone! Vieni, amico mio, tu si che mi dai soddisfazioni. Mica come quel becero Mang’isse che passa le sue giornate a dormire e abbuffarsi. Meglio così che se ne sia andato. Mah…cosa c’è dietro quel cespuglio. Oh mio Jufka!!!! E’ stupendevolmente orribile!”

Un urlo accecante scosse quella terra solitaria. Un urlo femminile, sconvolgente, pericoloso. Dalla “Maittella Prima”, Mang’isse udì quel grido lancinante e decise di correre verso di esso. Non voleva avere sulla coscienza la fine del Master che, pur essendo ambiguo ed osceno, è pur sempre diventato un vero amico, pronto a sorreggerlo sempre e soprattutto a cercare di concupirlo quando era sbronzo[1]. L’eroe, coraggioso come non mai, prese il guinzaglio del Borry e lo portò con se verso quella terra inesplorata. Seguì le urla sempre più acute e sempre più raccapriccianti, anche se aveva paura era un bene che quella ragazza urlasse così tanto, lo stava indirizzando bene. Mang’isse arrivò dai suoi due amici ma lo spettacolo che gli si parò davanti non aveva eguali.
Il Master era a terra che urlava, era sua la voce femminile giunta fino alla nave. Turkodur cercava di capire la natura dell’essere demoniaco che avevano davanti ma gli era impossibile. Improvvisamente anche il Lucaborrasso avvertì un pericolo così enorme che andava contro le sue proverbiali abilità[2] e si nascose dietro ad un albero. Mang’isse osservava quell’enorme aggrovigliarsi di mani, piedi, nasi, bocche e braccia. Davanti a lui c’era un essere mitologico che aveva conosciuto da piccolo, nelle storie che gli raccontava la tua nutrice. Mai avrebbe pensato di incontrarlo veramente. Davanti ai suoi occhi c’era il MostrAmi. Una tremenda creatura alta quattro metri dalla particolare conformazione: sembrava quasi una coppia di ragazzi, di diverso sesso, aggrovigliati in un abbraccio perpetuo. Mang’isse era ancora più sconvolto. Dalle storie che gli raccontava la sua nutrice, il MostrAmi, non era mai stato sconfitto. E la battaglia era dura. Più che dura.

“Mang’isse! Sei qui!!! Allora non è tutto perduto!” – disse il Master con un velo di malinconia e un velo di speranza.
“Certo che no. Ma non mi ricordo come sconfiggere questo mostro sconvolgente. Eppure son sicuro che lo sapevo. Lo sapevo!”
“Chi siete voi? Cosa ci fate qui nelle nostre terre? Chi vi ha dato il permesso di disturbarci proprio adesso che potevamo, un po’, stare insieme. E soprattutto chi sa gli attaccanti del Siena?” – disse una delle due facce del MostrAmi. La maschile per esattezza che ha una lieve somiglianza con Nino D’Angelo, il cantante più amato da Stitica fino a Neapolis.
“Ghezzal, Maccarone, Calaiò, Reginaldo! Ho detto giusto, Ami?” – rispose l’altra faccia, quella femminile, così carina che ancor non si capiva come poteva rimanere abbracciata al buzurro d’angeliano.
“Ma certo, Ami! Tu si che sei tanto brava e ti meriti tanti bacettini, Ami. Li vuoi i bacettini, Ami?” – chiese l’essere maschile.
“Certo che si, Ami mio. Ma quanto ti amo,Ami!” – replicò lei, ancora più con gli occhi da triglia.
“Oh mio Jufka. Sti due so’ insoppottabili. Giuro che non ce la faccio a vederli e sentirli per altri cinque minuti. A me un cortello, voglio la morte!” – contemplò Turkodur in un idioma pieno di errori.
“Ma io so come sconfiggerli. Io lo so! Ne sono sicuro. Ricorda Mang’isse ricorda…” - e l’eroe chiuse gli occhi e provò a ritornare alla sua infanzia. Superò, nell’inconscio nei suoi pensieri, le sue visioni di felicità: un panino col salame fresco fresco, un pezzo di carte arrostita, RimPattule in un angolino, una costata sulla brace, due pezzi di salsiccia nel sugo, e, finalmente, la sua nutrice, la sua infanzia. La sua salvezza. – “Ricordo!!!!” – urlò.
“Sconfiggili, ti scongiuro. Questo miele mi fa male! E poi diventa sale! E siamo in riva al mare! E un’onda ci accarezzerààààààààà!” – ormai Master era in preda ai deliri più deliranti.
“Ho capito come sconfiggerli! Questo è il mio momento!!!”

Ma lasciamo i nostri tre eroi al loro scontro epocale e ritorniamo sull’avvincente partita Cimichele-Tommy Show che dura, ormai, da puntate e puntate. I due contendenti, dopo i consigli per gli acquisti, sono al centro del campo da gioco, a braccia conserte e affiancati.

“Ah, ora il Sommo Luttero si ricorda di noi!” – affermò Cimichele.
“E certo. Prima quei due con il mostro e noi, che siamo qui per assegnare un regno veniamo dimenticati. Che vergogna. Che indecenza!” – replicò Tommy, infuriato.
“E poi a loro le guest-star. Tutti i vips, e a noi cosa? Un termosifone nella scorsa puntata! Protestiamo. Giuriamo di non continuare questa battaglia se non ci viene concessa la visibilità che meritiamo. E soprattutto anche un vips per noi! Che giustizia è mai questa? Venduto di un Luttero!” – urlò Cimichele dall’alto della sua ira. Il sommo Luttero era sconvolto e sorpreso così enormemente che decise, dal canto suo, di porre rimedio con una guest star d’eccezione. Un investigatore noto a grandi e piccini da ventitre anni a questa parte. Solo che, nella fretta, sbagliò una lettera e fece il suo ingresso nell’opera Dylan Fog[3].

“Buongiorno ragazzi, il mio nome è Fog, Dylan Fog.” – si presentò.
“Oh mio Jufka[4]. E’ proprio lui!!! E’ proprio lui!!!” – si esaltò Cimichele – “E’ proprio lui il fumetto che non mi leggo!!!” – ovviamente stava prendendo l’autore per i fondelli.
“Beh, meglio di niente!” – assentì Tommy.
“Giuda Ballerino!” – rispose il Fog.
“Cosa succede?” – chiese Tommy.
“Giuda Ballerino!” – ripete Dylan!
“Cosa accade?” – domandò Cimichele.
“Giuda Ballerino!” – ribatté la guest star.
“Spero non dica solo questo.” – affermò Tommy dando un’occhiata di tristezza al Cimichele.
“Giuda Ballerino! Sono troppo figo vestito così![5]” – si elogiò Dylan. – “Per non parlare del fascino animalesco che emano.” – continuò.
“Ci mancava un altro vanesio in quest’opera, come se ce ne fossero pochi!” – disse Cimichele, da che pulpito viene la predica!
“Sai, amico-sfidante Cimichele, non ho più voglia di guest star!” – disse Tommy.
“Anch’io. Che ne facciamo di questo?” – chiese Cimichele!
“Se non lo vuole nessuno me lo prendo io!” – rispose una voce femminile.
“Ma lei è…Carmenide??? Come ha fatto a venire qui?” – la interrogò Tommy.
“Non a tutto c’è una risposta. Allora, me lo date o no?” – dura la ragazza eh?
“Non ti daremo niente fino a che non ci dirai come hai fatto a venire fin qui in così poco tempo!” – la minacciò Cimichele, il malvagio.
“Giuda Ballerino! Una squinzia cerca di avermi! Sono troppo figo!” – sentenziò Dylan Fog.
“E per quale motivo? Lost va a avanti a misteri da anni. Vuoi una risposta? Ho il teletrasporto! Ti va bene?” – controbatté Carmenide dall’alto della sua avvenenza.
“Bella risposta, non c’è che dire. Ma ti avverto, non è un bel soprammobile!” – le raccomandò Cimichele. – “Te lo prendi a tuo rischio e pericolo.”
“Correrò il rischio. Sono una temeraria. Vieni da me, Dylan.”
“Ma certo, nobile pulzella. Giuda Ballerino e che due…”
“Due?? Non dica volgarità! Siamo in fascia protetta!” – lo fermò Tommy.
“Due occhi. Di cosa potevo mai parlare? Giuda Ballerino…sono tanto fortunato.”
“Buona continuazione della singolar tenzone.” – e la ragazza si allontanò.

I due contendenti rimasero soli e sconvolti dalla singolare presenza, finirono di protestare e ricominciarono la loro sfida infinita e finalmente uno dei due vinse. Ma questo lo sapremo nella prossima puntata.

FINE VENTUNESIMA PUNTATA

[1] Si narra, infatti, che Master cercasse sempre di far sbronzare il povero Mang’isse per poi cercare di farlo suo con delle avances. Peccato, per lui, che l’eroe non fosse così tanto idiota da cascarci.
[2] Mangiare cadaveri o animali vivi.
[3] Essere mitologico visto per ben due volte al Comicon di Napoli. L’anno scorso con capelli alla Beatles, quest’anno con gruppone al seguito che lo osannava e lo incitava per la sua figaggine. Almeno questo è ciò che crede lui.
[4] Imprecazione molto usata oggi. Sarà per l’astinenza dal cibarsene?
[5] Ovviamente in codesta foto, si vedrà la beltate estrema dell’individuo Fog.

La puntata era così pregna che è durata un po’ di più. Tanto i miei lettori saranno felici. Tutti i miei lettori. E anche chi non la legge perché sarà ancor più contento di essersi evitato, un testo smisurato. Io sono il vero personaggio bipartisan di questo popolo. Ed è per questo che sono il miglior Luttero degli ultimi 150 anni. E anche di più.

Sono invincibile!

Sondaggio prossima puntata: il RappAlessio o il Killatore? A voi(2 votanti) la risposta.

Prossima puntata, sicuramente(!!!): Giovedì 15 Ottobre. Meno 3 alla conclusione. Siamo per avvicinarci al tremendo finale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahahaha,,
bella la storia del mostro Ami!!
kisa ki vince tra il tommy e il nonno..
secondo me tommy xD
è da vedere..
cmq cmq...

=__=''

BELLISSIMA LA MIA DESCRIZIONE..era talmente lunga ke nn vedevo l'ora finisse
ops..
idiota!!
ops..


x la prossima voto il rapalessio! x)

zaOzaOzaO
[Patty]

Carmensì ha detto...

theodore*_* è tenerissimo!lo adoro troppo!!
divertentissima questa puntata, sto morendo dalle risate ahah!!
E quanto è bello il mio dylan fog*_*
per la prossima voto il killatore:P
zao zao zao

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