martedì 12 maggio 2009

Inchiostro



Quante volte mi son ritrovato davanti ad un foglio bianco? Tante, tantissime. Quante volte ancora mi ci ritroverò? Saranno innumerevoli se quello che mi son prefissato di fare avrà un destino favorevole, e, forse, anche se andrà male continuerò a consumare carta, a mettere su uno spazio bianco dell'inchiostro nero, rigorosamente nero, e stare in pace con me stesso.
E' un po’ come mettere un ordine alle cose. L'ordine perfetto. Quello che, secondo logica, non esiste. Perchè tutti abbiamo un nostro ordine. Nostro, solo e personale. Anche le persone più disordinate. Nel disordine c'è ordine, solo in quello ritroviamo noi stessi e le cose che andiamo cercando. E poi osservate bene. Anche un disordinato ha qualcosa a cui riserva un ordine maniacale. E’ assodato, ognuno ha le sue piccole manie, il suo piccolo angolo di cielo dove esprimere tutto se stesso e ritrovare ciò che vuole veramente. E, vi ammetto che, in venti e passa anni della mia piccola vita, ho capito che le cose che più si cercano si trovano quando meno te l'aspetti. E questo vale sia per una gomma da cancellare, sia per la tua penna preferita, sia per l'agenda, sia per l'amore, sia per un po’ di pace. Tutto quando meno te l'aspetti. L'imprevedibilità è un fattore naturale. Ed è quello che forse ci porta a stare più vicini a questo mondo. Imprevedibile implica anormale. Ma chi sa definire "normale"? E' semplice dire che chi è pazzo non afferma di esserlo ma chi ha le generalità e la consapevolezza di poter decidere della diversità altrui? La legge? Lo stato? Gli uomini? Dio? La risposta non tocca a me darla. Sono uno "sgrittore", sono un viaggiatore. Parto da un pensiero e arrivo ad altri cento, passo per altri mille e atterro su una soluzione illogica per dare un senso logico a tutto il resto. Vi sembra strano? E' normale. Ops, non so neanche cosa significhi questo termine e ci ricasco. Non posso definire neanche quello che state leggendo or ora. E' un flusso di pensieri inarrestabile, qualcosa che doveva propriamente uscire dalla mia mente e trovare un luogo dove fermarsi per restare, si spera, nei secoli impressa nelle altre menti. O mi basta anche in una sola. Anche se fosse solo la mia. Che negli ultimi tempi la trovo sempre più svagata. E' normale sentirsi estranei della propria mente? Bella domanda.

Richiedeva anche un rigo di spazio. E' una domanda molto importante. Non vi sto annunciando che sento le voci, a questo non ci sono arrivato, o perlomeno ne sento una, ne son sicuro, e, son sincero, penso di conoscerla a menadito. Ci passo molto tempo con me. Molto. E, negli ultimi tempi, forse, mi sto accorgendo che penso troppo. Tranne quando guardo qualcosa che mi colpisce così tanto da annullare la mia mente. Sono succube dei serial americani? Forse. Ma è piacevole e quasi surreale che in quei mondi, dal più reale al più fantastico, ci trovo me stesso e parte del mio mondo vero. In tutto. E sto seriamente iniziando a pensare di trascrivermi le frasi che più mi colpiscono. E' un modo per "osservare" da vicino il lavoro che vorrò fare. Dietro a quei attori ci sono molti sceneggiatori. Un giorno potrei esserci anche io. Chissà. Siamo i creatori di mondi strani che, ad alcune persone piaceranno così tanto da convincerne altre ancora a renderli "reali". Un giro lungo, forse complesso, ma vero. E' tutta finzione se ci facciamo caso. E' tutto reale se lo vogliamo rendere tale.

Chi è arrivato fin qui merita un regalo: Vi voglio bene. Non è facile sopportare un così strano viaggio mentale, ma se sei arrivato fin qui, avventato avventuriero, voglio ringraziarti. Veramente si nota che non avevi niente di meglio da fare.

Ps: Sto scherzando, avventuroso avventuriero. Io ti voglio bene veramente e ti ringrazio di avermi dedicato cinque minuti della tua esistenza. Non ti preoccupare, il bollettino arriverà direttamente a casa.

Ps2: Se ti stai chiedendo di quale bollettino parlo, non ti preoccupare. Roba da niente. Tu pagalo e sarai sollevato.

Ps3: Che poi, avventista avventuriero, se questo ti sembra tanto non hai capito niente. C'è una persona che, per amore, mi sente parlare ininterrottamente per un'ora e mezzo. Lei mi dà argomenti e io ciarlo indisturbato per ore. Un giorno di questi mi ritroverò con un bavaglio. Ne sono sicuro.

Ps4: Questo post farà contento il Diggi che dice che non scrivo più. E si sarà già pentito di averlo detto. Uah uah uah.

2 commenti:

DjJurgen ha detto...

Bella riflessione, davvero. Strano, ma stavolta mi ritrovo con tutto quello che hai detto!! Tranne per il fatto che mi vuoi bene, perchè è sottointeso che io ti odio.
Per quanto riguarda il lavoro di annotarti le frasi, credo che sia un'ottima cosa. Spesso, guardando un film fatto veramente bene, mi viene da pensare quanti processi e quante menti ci siano volute per arrivare a quella battuta che poi è stata scelta, e mi accorgo sempre di più di quanto sia invisibile, sottile e meraviglioso il lavoro di uno sceneggiatore.

MaxBrody ha detto...

Vero, anche io trascorro molto tempo con me stesso (la peggior compagnia che mi potesse capitare) e mi trovo a fare riflessioni di questo tipo. E, mentre la mia idea su "cosa farò da grande" cambia di giorno in giorno, la prospettiva di essere uno di quei "creatori di mondi" rimane sempre e cerca (riuscendoci poco) di guidarmi verso di lei.

Intanto ho pagato il bollettino ma, non sapendo a chi mandarlo, l'ho mandato a me stesso: in fondo ti ho dedicato ben 5 minuti e mi pare giusto ricompensarmi per il sacrificio (ma chi ci crede..come farei senza le vostre riflessioni??)

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