giovedì 4 dicembre 2008

Era lei...



Ecco un piccolo racconto inviato per un concorso di una marca di vini. Si, avete capito bene, aboliremo L'ici...no, ho sbagliato. Si, dicevo, una marca di vini che ha ideato un concorso letterario con parametri precisi: numero di caratteri limitato(non mi ricordo a quanto, ma una pagina di Word alla fin fine) e il tema portante doveva essere il vino e il suo mondo. Io son partito da quello per creare una storia di amore e amicizia. Piccola e semplice. Ovviamente nessun premio e nessuna menzione, non sono tra i primi tre ma continuo a lottare. Ecco a voi:

Otto. Sono le otto e di lei neanche l’ombra lontana. E’ in ritardo di mezz’ora e neanche richiama. Mi lascia qui ad aspettarla affamato e impaziente, e il film inizia tra un’ora.
Ma lei non c’è. La tavola è imbandita. La pasta è quasi pronta. E il vino è lì, immerso nel ghiaccio, bianco, amaro. Come la mia vita in questi giorni.
Ma andiamo con ordine.
Lei è Paola. La mia amica. Dico “la” perché lei è quella che mi somiglia di più. Mi sopporta e mi supporta di più. Mi capisce di più. E’, forse, l’unica che cerca di farlo. E, purtroppo, condivide con me la stessa sfortuna in amore. Abitualmente ci ritroviamo a discutere dei nostri insuccessi sentimentali e, a turno, prepariamo il nostro consueto piano di fuga. Cerchiamo di consolarci con una tavola imbandita, un vino, sempre amaro per ricordare l’amarezza del rapporto finito, un filmetto strappalacrime per restare a guardare ,invidiosi, la facilità dei sentimenti dei protagonisti ed, infine, ci attenderà una lunga chiacchierata sui motivi della fine del nuovo amore con relativi pianti, sfuriate e rassegnazione. E poi tireremo dal frigo quella bottiglia di rosso, pregiato, dolce, intenso, che servirà come speranza per il futuro. Un po’ di dolcezza nella sofferenza.
E pensare che saremmo perfetti insieme. D’altronde siamo fatti l’uno per l’altra. Uguali. Perfettamente uguali. Ci piace la stessa musica, gli stessi film, gli stessi libri, ma sarebbe troppo facile. Troppo uguali. Non ci piacerebbe affatto. Purtroppo. E poi rischieremo di perderci se tutto andasse male. E quindi continuiamo a vagare cercando il vero amore e se non accadrà saremo sempre pronti a supportarci, nel bene e nel male.
Ma oggi non sarà così. Lei ha trovato il suo principe azzurro. E’ un amore che mantiene. Sette mesi. Non un gran record ma è tutto perfetto. Si amano. Stanno pensando di andare a convivere. Forse sarà la fine delle nostre cene. Dei nostri brindisi dedicati a tutti quelli che ci hanno fatto soffrire. Ma non è un problema. Sarò contento anche se tutto finirà. Perché lei avrà trovato il suo amore. E forse ,poi, arriverà anche il mio momento.
E quindi stasera festeggiamo. Perché la convivenza è nell’aria. Ma sono sempre le otto. Anzi. Le otto e un quarto. E lei non arriva. Non mi ha chiamato e neanche mandato un messaggino. Sono qui, all’oscuro, e aspetto. Intanto inizio a bermi un bicchiere di quel bianco, amaro, per iniziare a mandare giù il boccone. Si, me l’immagino. Ora lei arriverà e mi dirà che è felice, è pronta a trasferirsi a casa sua. E’ pronta a provare ad avere una famiglia. E io,forse, sarò messo alla porta. Ma fa niente. La vita è fatta di sorprese. Piacevoli e non. E butto giù il secondo bicchiere. Calmo. Mi trattengo. Non vorrei farmi trovare brillo. Oggi si festeggia. Dobbiamo farlo. Per lei è la fine di una ricerca durata trent’anni.
Otto e quarantacinque. Ho l’impressione che non venga più. Vabbè, un pò me l’aspettavo. La bottiglia è quasi finita, sintomo che non sono in grado di rispettare il benché minimo proposito. Ma si. Fa niente. Oggi si esulta. Oggi è il giorno della riscossa. Alzo il bicchiere al cielo. E urlo quasi. Per lei. Per me.
“A te, Paola. Che hai trovato ciò che cerco da un vita. Un amore vero. A te e alla nostra amicizia. Ovunque tu sia”.
“Sono qui”
E’ lì, davanti a me. Non l’avevo neanche notata. Devo essere più che brillo.
“Paola, piccola mia. Tutto bene?”.
“No, Nicola mi ha lasciata. Per questo ho fatto tardi. Ha avuto paura della convivenza.”
“Ma non l’aveva proposta lui?”
“Si, ma è fuggito. Ed è finita. Stop. Chiusa.”
E la guardo. E dire che è distrutta è dire poco. E siamo di nuovo da capo. Di nuovo insieme contro tutti. Di nuovo devo cercare di consolarla quando questo è impossibile. Mi dispiace che sia finita. Mi dispiace a tal punto che mi coglie impreparato. Non so che fare. E mi alzo. Allargo le braccia. Lei si avvicina. La stringo a me.
“Stasera niente film, prendo la bottiglia di rosso dolce e ce ne freghiamo di tutti.”
Nessuna risposta. Solo un lento pianto…

1 commento:

DjJurgen ha detto...

Ho avuto la fortuna di leggerlo un pò di tempo fa, dopo poco tempo che era stato scritto. Bè, è un racconto che mi piace davvero tanto...il signor Lutty qui è davvero ispirato...per non dire, banalmente, avvinazzato! :P

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